Sbilanciamenti, soluzione drastica e problematica

Riflessioni sul dco 684/2016 dell’Autorità

Il meccanismo degli “sbilanci volontari”, per cui i fornitori di energia si assumono la responsabilità di programmare tenendo conto di aspettative sullo stato deficitario o di sovrabbondanza elettrica dell’area, salvo casi patologici (che l’Autorità ha in buona parte corretto limitando quantitativamente gli sbilanci stessi) è virtuoso perché incentiva gli operatori ad anticipare e quindi correggere gli sbilanci della rete riducendo così il fabbisogno di risorse di Terna sul mercato dei servizi di bilanciamento.

Eventuali benefici economici conseguiti dagli operatori sono andati – com’è inevitabile in un mercato molto competitivo come quello elettrico – soprattutto a vantaggio dei clienti (in prelievo e immissione), che in alcuni casi hanno perfino ottenuto prezzi vantaggiosi rispetto al mercato all’ingrosso. La modifica proposta dall’Autorità, che prevede il ritorno al calcolo del segno di sbilancio basato sui flussi d’energia anziché sugli acquisti di risorse in MSD, a nostro avviso è dannosa e troppo drastica rispetto all’obiettivo che persegue. Infatti essa: • ritarda la reattività e la cost reflectiveness del sistema, visto che i dati di misura necessari al calcolo del segno richiedono fino a 60 giorni per essere disponibili; • lega gli esiti di mercato in modo definitivo a dati di misura che potrebbero invece essere successivamente rettificati, con conseguente rischio di alterazione degli esiti di mercato; • attribuisce un vantaggio eccessivo agli operatori con grandissimi portafogli.

Una limitazione degli sbilanci con vincoli ragionevoli e non punitivi applicati a tutte le categorie di punti della rete non abilitati all’MSD, unita a un’attività di regolazione e controllo chiara e tempestiva da parte dell’Autorità, è a nostro avviso una soluzione più efficiente.

Fonte: Michele Governatori – QE