Ipex. Il gelo spacca in due i prezzi europei (e fa salire il Pun)
Febbraio chiude con una brusca e repentina spaccatura dei mercati europei, mai così disuniti come negli ultimi mesi. Nell’area gravitante sulla Francia e dunque Belgio, Olanda e Svizzera, nella scorsa settimana abbiamo avuto una vera impennata delle quotazioni, con il base load che sul Powernext è salito del 35%, seguendo una progressione costante dai 51,57 €/MWh di giovedì 22 agli 80,07 €/MWh di mercoledì 28, con un valore medio di 60,94 €/MWh. Il trend non si è interrotto e domani avremo 84 €/MWh a Parigi, 89 €/MWh in Olanda, 91 €/MWh in Svizzera a 102 €/MWh in Svizzera.
Per contro nell’area tedesca, pur con qualche momentaneo rialzo (martedì 27 sono stati sfiorati i 49 €/MWh) si è registrata invece una lieve flessione, nell’ordine del 3,2% ed un prezzo medio di 41,19€/MWh ed anche domani non si va oltre i 40,42 €/MWh. All’origine di questa netta divaricazione stanno due diversi fattori, che si sommano tra loro. Innanzi tutto il riscaldamento elettrico è largamente più diffuso nell’area francese che in quella tedesca e quindi sotto la sferzata dell’ondata di gelo che a investito l’Europa negli ultimi giorni, la domanda è salita decisamente più in Francia che non in Germania, sostenendo così l’ascesa dei prezzi. In secondo luogo c’è stata anche un’impennata dei prezzi del gas, che sul TTF è passato nel giro di due settimane da 17 a quasi 30 €/MWh ed il gas ha un ruolo nel sistema mercato elettrico decisamente più marcato in Francia.
Quanto all’Italia, il PUN non solo ha seguito la dinamica francese, ma ha segnato un incremento ancora più deciso, con un balzo del 42,5%, passando nella media settimanale da 53,23 a 75,84 €/MWh e con un picco di 159,40 €/MWh dalle 19 alle 20 del 27 febbraio. Certo la domanda è salita, ma non in misura significativa: abbiamo un + 1,92% sulla settimana precedente e un più confortante (perché non legato solo a fattori climatici) + 7,65% sul 2017. A nostro avviso su questo anomalo aumento dei prezzi ha giocato il timore di un’escalation dei prezzi del gas che invece non c’è stata, con un PSV rimasto tra i 20 ed i 21 €/MWh. Siccome il mercato elettrico del giorno prima chiude con largo anticipo su quello del gas, quando i produttori fissano il loro prezzo non sanno ancora quanto pagheranno il gas e in situazioni di forte volatilità, con un pre-allarme gas lanciato dal MISE, ed i prezzi degli hub nordeuropei, questo disallineamento informativo induce ad assumere comportamenti anche esasperatamente cautelativi, come ci sembra si sia appunto verificato.
Fonte: Energy Advisors – Quotidiano Energia