Iea: nel 2027 l’eolico sarà la prima fonte in Europa
L’eolico diventerà entro pochi anni la prima fonte di energia elettrica in Europa. Già nel 2027, secondo i dati della IEA (International Energy Agency) diffusi in occasione del Global Wind Summit che si chiude oggi ad Amburgo, l’eolico rappresenterà oltre il 20% del mix di generazione a livello Ue, con qualche anno d’anticipo in confronto alle stime precedenti, che ipotizzavano il sorpasso dell’energia del vento su tutte le altre fonti “soon after 2030”, cioè “molto presto dopo il 2030”.
Il grafico sotto, tratto dalla presentazione fatta ad Amburgo dal direttore della IEA, Fatih Birol, riassume l’evoluzione dell’output elettrico dei combustibili fossili vs risorse rinnovabili. L’agenzia internazionale ha corretto il tiro, assegnando un peso maggiore alle tecnologie “verdi”, sulla scia dei nuovi obiettivi europei per le rinnovabili: 32% al 2030.
Di conseguenza, evidenzia il grafico, l’eolico supererà il carbone intorno al 2022 per poi battere anche il gas e il nucleare intorno al 2027. Secondo la IEA, la produzione elettrica di tutti gli aerogeneratori in Europa triplicherà da oggi al 2040, portandosi a circa 1.100 TWh.
L’eolico, allora, sarà il “motore” più importante della transizione energetica, grazie anche al notevole sviluppo dei grandi impianti offshore (qui si parla di 200 GW di potenza installata nel mondo nel 2040, di cui la maggior parte proprio nel nostro continente). E nel 2040, sempre secondo le stime della IEA, l’eolico varrà più del 30% del mix elettrico europeo, mentre nucleare e gas saranno scesi intorno al 17% ciascuno. Il fotovoltaico contribuirà con un 7-8% di generazione sul totale Ue, con le altre rinnovabili (tra cui idroelettrico e biomasse) attestate al 23% circa.
Infine, la IEA osserva che l’Italia, insieme con altri paesi Ue come la Germania e la Gran Bretagna, già nel 2016 si trovava nella “fase 3” su una scala da uno a quattro, per quanto riguarda l’integrazione di eolico più solare nel sistema elettrico. Nel 2016, infatti, queste due fonti valevano intorno al 15% del mix di generazione italiano, rendendo necessaria un’accelerazione degli investimenti per rendere più flessibile l’intera rete, ad esempio
attraverso i sistemi di accumulo energetico.
Fonte: QualEnergia