Gas, novembre nero per i consumi (-12,8%)
Calo a doppia cifra per i consumi gas italiani mensili in novembre, per effetto di tutti i comparti, soprattutto civile per le temperature miti e termoelettrico per la ripresa dell’idro. Ma anche per l’industria, che conferma un trend calante iniziato in estate. Tonfo in apertura di stagione invernale per i consumi di gas, penalizzati non solo dalle temperature miti, che non ripetono l’exploit di un anno fa, ma anche da un termoelettrico più debole e dal consolidarsi di una tendenza negativa per i consumi industriali. Secondo le elaborazioni della Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas, nel mese appena concluso l’Italia ha consumato 6,885,8 milioni di metri cubi di gas, in caldo di oltre 1 miliardo di mc o del 12,8% su novembre 2017 e del 7,4% sullo stesso mese del 2016.
Analizzando la domanda per settore di consumo, la flessione più decisa è quella del comparto civile, che grazie a temperature medie particolarmente miti cede da solo 600 mln di mc o un 15,8% (-10,4% sul 2016) a 3.209,9 mln mc, seguito dal termoelettrico che con 2.187,7 mln mc diminuisce di quasi 400 mln o del 14,8% su novembre 2017 (-8,3% su novembre 2016), principalmente grazie alla forte ripresa dell’idroelettrico (circa raddoppiate le vendite sul mercato da questa tecnologia secondo i dati GME) in confronto con un 2017 particolarmente arido, e a importazioni leggermente superiori. L’industria cede altri 60 mln mc o il 4,9%, sesto calo consecutivo che conferma l’inversione di tendenza rispetto alla ripresa vista nel 2017.
Se si ripercorre la serie storica, in un confronto tra i mesi di novembre degli ultimi sedici anni attraverso i numeri indice (novembre 2003=100), i consumi del mese appena concluso (93) sono i quinti più bassi, dopo 2014 (77), 2012 (84), 2013 (86,9) e 2015 (87,6). A livello cumulato i prelievi dei primi undici mesi del 2018 sono in calo di circa 3 mld mc o del 2,8% sullo stesso periodo del 2017 totalizzando 63.226,2 mln mc (+3,7% sul 2016). Il comparto civile è quasi stabile (+0,5%) a 26.953,2 mln mc (+2,7% sul 2016), il termoelettrico cala di quasi 2 mld mc o dell’8,1% arrivando a 21.236,8 mln mc (+2 sul 2016) e l’industria cala di uno 0,8% a 13.024 mln mc (+6,5% sul 2016).
Guardando all’intero 2018, a seconda di come andranno il meteo e il settore elettrico in dicembre, è possibile stimare un consumo annuo complessivo nell’ordine dei 72 miliardi di mc con un calo tra il 2 e il 4% contro i 74,7 del 2017.
Passando all’offerta, il calo dei consumi è stato accompagnato da una flessione quasi identica dell’import, diminuito del 13% a 4.942,9 mln mc (-13,3% rispetto al 2016), la produzione nazionale cede un 8,2% fermandosi a 412,3 mln mc (-17,4% sul 2016) mentre le erogazioni nette dagli stoccaggi scendono del 13,6% rispetto a novembre 2017 a 1.530,6 mln mc (+23,9% sul 2016).
Analizzando l’import per fonte, in calo tutte le maggiori fonti eccetto la Libia e il Gnl: l’Algeria è in calo del 21% a 1.564,7 mln mc, restando seconda fonte dietro la Russia, che a sua volta cede un 30,7% a 1.792,5 mln mc. Quasi fermo il Nord Europa (-69,5% a 64,7 mln mc) mentre la Libia cresce di un 6% a 454,9 mln mc. Ai massimi di sempre il Gnl a Rovigo (+37,7% a 645,3 mln mc) seguito da Livorno e Panigaglia rispettivamente con 344 e 76,6 mln mc contro quasi zero nel 2017.
A livello cumulato nei primi undici mesi 2018 le importazioni calano di un 1,7% a 61.564 mln mc (+4,7% rispetto al 2016) e la produzione scende dell’1,9% a 4.696,3 mln mc (-7,1% sul 2016). Complessivamente nel periodo le importazioni dalla Russia, che si conferma prima fonte, sono stabili (-0,2%) mentre quelle dall’Algeria sono diminuite di un 8,1%. In aumento solo il Nord Europa (+10,9%).
Fonte: Agata Gugliotta, Gionata Picchio e Antonio Sileo – Staffetta Quotidiana