Gala e gli altri, trader in sofferenza

Un pesante effetto combinato tra rincaro dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità e scelta di non coprirsi finanziariamente dalle loro fluttuazioni, fattori che si sommano al noto problema di garanzie e disallineamento di tempi di pagamento monte -valle, in un contesto di mercato in cui i margini sono da anni ridotti all’osso

Questo il mix di elementi che ha portato Innowatio a trovarsi obbligata a vendere sottocosto ai suoi clienti industriali del bergamasco, e infine a sospenderne i contratti, subendo inoltre almeno in alcuni casi anche la revoca del contratto di trasporto dai distributori.

C’è questa situazione, raccontata negli ultimi giorni dal Corriere della Sera edizione di Bergamo, dietro l’annuncio di Innowatio della sua intenzione di uscire dall’attività di trading, che pure in questi anni e fino a oggi generava gran parte del suo giro d’affari, nonostante la società sia da tempo impegnata dello sviluppo di nuovi business, come quelli dell’efficienza e dei servizi data driven. Frontiere estremamente promettenti per il mercato dell’energia ma che sono ancora agli esordi, mentre gran parte dei risultati gli operatori del settore – grandi utility incluse – continuano a farli (e con grande fatica) con le attività tradizionali. Una congiuntura complicata, tanto più per un business come il trading, che spinge gli operatori – per temerarietà o per assenza di alternative – anche a prendersi rischi eccessivi, rendendoli fragili davanti a improvvise variazioni del mercato. Come sta succedendo in queste settimane col rialzo dei prezzi della borsa elettrica, in cui su una base di aumento dei prezzi del gas si è innestata una nuova fase di difficoltà dei reattori nucleari francesi, che proprio al Nord Italia influenzano i prezzi al rialzo.

Col risultato che chi come Innowatio aveva concordato un certo prezzo coi clienti senza una rete di coperture (che per definizione costano) si è trovato a vendere con margini negativi. Il tutto continuando ovviamente a dover versare a monte tutti gli oneri annessi al prezzo finale (rete e di sistema) coi consueti tempi disallineati da quelli di incasso. Facile in questo contesto trovarsi in difetto sul ripristino delle garanzie e subire da ultimo la revoca del contratto di trasporto (fatto che impedisce di fatto di operare e potrebbe portare a richieste risarcitorie da parte dei clienti).
Fattori analoghi, come visto nei mesi scorsi, hanno dato il colpo di grazia a Gala, in questo caso già compromessa dall’azzardo fatto nella gara Consip 2014 e, secondo il Sole24Ore, stanno inducendo in queste settimane numerosi altri trader tra cui MetaEnergia e Energrid ad avvisare a loro volta i clienti di dover risolvere il contratto di fornitura.

Fonte: Staffetta Quotidiana