Borsa elettrica italiana sopra quota 70 €/MWh
Per la giornata di domani il prezzo nazionale emerso dalle contrattazioni da poco concluse ha superato quota 70 €/MWh (70,18), crescendo ulteriormente rispetto ai 65 € di oggi e degli ultimi due giorni feriali della 9 scorsa settimana – livello elevato confermatosi, come già visto, anche dopo la fine del vincolo Terna tra le zone Centro Nord e Nord. Più nel dettaglio, continua a pesare sui prezzi delle zone settentrionali la forte contrazione delle importazioni, che per la giornata di domani si attestano a poco più di 100 GWh contro i quasi 180 di martedì 27 ottobre 2015 e, in misura più contenuta, le maggiori esportazioni (21 GWh contro 12). Alla base di entrambi i fenomeni, come visto, c’è la fermata per test di sicurezza e manutenzioni di numerosi reattori nucleari francesi, la cui energia a basso costo copre solitamente una quota maggioritaria del nostro import.
Oltre a ridurre i flussi verso l’Italia, il calo della produzione atomica ha fatto schizzare in alto i prezzi francesi, giunti oggi per domani a un soffio dagli 80 €/MWh, innescando così un incremento delle esportazioni Italiane. Come già segnalato, due settimane fa l’export italiano è aumentato in media del 53% (import -25%). La scorsa settimana il quadro è cambiato di poco, con le esportazioni in flessione di un 11,3% sulla settimana precedente ma sempre a livelli record (+73% sulla corrispondente settimana del 2015) e importazioni in lieve ripresa ma sempre ai minimi (-33% sull’analogo periodo del 2015). La contrazione della disponibilità di capacità nucleare in Francia, e con essa l’effetto inflazionastico sui prezzi italiani e degli altri paesi vicini, non sembrano destinati a risolversi a breve.
La società di stato transalpina Edf ha annunciato il riavvio di cinque reattori tra dicembre e gennaio e nel Paese c’è preoccupazione per la copertura della domanda invernale. Nei giorni scorsi la società ha prospettato al governo la revisione del meccanismo Arenh di cessione a prezzi regolamentati di produzione atomica agli operatori concorrenti, valutandone anche l’interruzione. Secondo una fonte governativa anonima citata oggi dal quotidiano Les Echos “la richiesta di Edf è fondata ma al momento spingersi fino a sospendere l’Arenh non ci sembra una risposta adatta e non è l’opzione che privilegiamo”. Nel contempo, ha proseguito la fonte, è in arrivo molto preso una revisione dell’accordo quadro Arenh: “l’obiettivo – ha detto ancora – non è impedire ai fornitori di sottoscrivere accordi Arenh ma garantire che essi siano utilizzati come previsto, ossia per fornire i loro clienti”. Sullo sfondo, spiega Les Echos, c’è l’uso “opportunistico” dell’Arenh che Edf rimprovera ai suoi concorrenti, che vi ricorrono o ne escono a seconda dell’andamento dei prezzi all’ingrosso.