Aziende energetiche sempre più numerose

Nel 2016 +5,4%. Maggiore dinamismo nel Sud (+8,5%) e nel Nord Est (+6,5%). In sei anni il peso degli occupati nelle piccole imprese sale di 5,2 punti al 18,6%

L’analisi dei dati sulla demografia d’impresa evidenzia nel 2016 il consolidamento della crescita, con un saldo positivo di 45.354 imprese pari a un tasso di sviluppo dello 0,7%, in linea con il +0,8% registrato l’anno precedente; la dinamica imprenditoriale è la combinazione di 363.488 nuove iscrizioni a fronte di 322.134 cancellazioni. Il consolidamento della crescita dello stock di imprese del 2016 si associa a un rafforzamento del ritmo di crescita investimenti che – secondo i conti nazionali pubblicati dall’Istat la scorsa settimana – nell’anno salgono del 2,9%, ritmo quasi doppio dell’1,6% registrato nel 2015. Sulla prospettiva del 2017 relativa a decisioni di investimento in capitale fisso e in nuove attività imprenditoriali pesano, però, numerosi fattori di incertezza. I tassi di interesse potrebbero tornare a crescere con un rallentamento dell’espansione monetaria conseguente al rialzo dell’inflazione: in Eurozona a febbraio 2017 i prezzi al consumo salgono del 2,0%, raggiungendo il target di politica monetaria.

I prezzi del petrolio sono in risalita: nella media gennaio-febbraio 2017 (ultima rilevazione al 27 febbraio) il prezzo del petrolio è di 51,34 euro al barile, livello del 30,4% superiore alla media del 2016 (39,39 €/b). Un grado di incertezza particolarmente elevato è dovuto agli orientamenti della nuova amministrazione Usa – in particolare sulle politiche commerciali – alle scadenze elettorali in alcuni Paesi Ue, ai prossimi negoziati relativi alla Brexit, alle potenziali perturbazioni degli scambi commerciali, agli effetti sui Paesi emergenti di una stretta monetaria negli Stati Uniti e dai livelli di debito elevati e in aumento in Cina. Inoltre, sull’economia italiana grava la prospettiva di una stretta fiscale che condizionerebbe le performance di crescita: oltre alla prossima manovra correttiva di primavera per 0,2 punti di Pil, secondo l’ultimo Documento programmatico di bilancio per il 2018 è prevista una correzione del deficit per 1,1 punti di Pil, che comprende clausole di salvaguardia che prevedono, nel caso non siano individuate misure alternative, un aumento di 19.571 milioni di euro di Iva e accise. Tornando ad esaminare la demografia d’impresa, si osserva che nel 2016 il comparto della Fornitura di energia elettrica, gas e vapore si conferma quello più dinamico, con un aumento di 608 unità, pari a un tasso di sviluppo del 5,4%, in linea con il +5,5% dell’anno precedente.

In chiave territoriale le regioni del Mezzogiorno registrano una crescita delle imprese dell’energia dell’8,5%, superiore di due punti a quella registrata nel Nord Est (+6,5%); seguono il Centro (+4,8%) e il NordOvest (+2,2%). In tre regioni si registra un ritmo di crescita delle imprese dell’Energia a doppia cifra: il maggiore dinamismo imprenditoriale nel settore energetico si registra in Basilicata con un tasso di sviluppo del 14,3%, seguita da Campania (11,1%) e Trentino-Alto Adige (10,6%). Robusti tassi di crescita si osservano anche in Sardegna con 8,3%, Calabria con 8,1% e Lazio con 7,7%. All’opposto si osserva una crescita inferiore al punto percentuale in Friuli Venezia Giulia (+0,5%) mentre segna una flessione la Liguria (-7,8%). 16 L’accentuata dinamica imprenditoriale nel settore energetico degli ultimi anni – dal 2009 lo stock di imprese cresce a un tasso medio annuo del 16,9% – ha visto salire il peso dell’occupazione nelle piccole imprese. Tra il 2008 e il 2014 (ultimo dato disponibile) – anche grazie al traino dell’attività di installazione e gestione di impianti da fonti rinnovabili – il settore ha incrementato l’occupazione di 4.252 addetti, pari a una crescita del 5,0%.

Tale aumento è concentrato nelle piccole imprese, che nel periodo aumentano gli occupati di 5.186 unità, pari al 46,1%; seguono le medie imprese con 756 occupati in più, pari al +7,2%, mentre nei sei anni esaminati le grandi imprese riducono gli occupati di 1.690 unità, pari al -2,7%. A seguito di questi andamenti, la quota di occupati nelle piccole imprese sale di 5,2 punti: era del 13,4% nel 2008 e arriva al 18,6% nel 2014.

Fonte: Enrico Quintavalle – QE