Aspettando il Gnl
È questo il quadro che emerge dalla Conferenza GNL tenutasi in settimana a Napoli. Tutti gli interventi in tutte le tavole rotonde partivano in particolare da una premessa: lo sviluppo futuro del settore non può prescindere dal mantenimento dello “sconto” fiscale rispetto agli altri prodotti energetici. L’altro piatto forte della Conferenza è stato la “bolla” mondiale di Gnl che è prevista praticamente all’unanimità fino alla metà degli anni ’20, e che dovrebbe portare anche nel Mediterraneo gas a basso costo.
Tra gli obiettivi indicati nella Sen 2017 c’è proprio quello di sfruttare questa bolla, puntellando con ulteriori infrastrutture di importazione le incertezze sui contratti di approvvigionamento via tubo. Obiettivi che potrebbero dare una spinta anche allo sviluppo degli utilizzi small scale. A quegli utilizzi, cioè che andrebbero a rimpiazzare fonti “marginali” come il Gpl e l’olio combustibile per gli usi industriali in aree non metanizzate, e il gasolio e i combustibili petroliferi marini nei trasporti pesanti terrestri e in quelli navali. Capitolo a parte è la Sardegna, in cui le ragioni economiche sono più che altrove intrecciate e condizionate da quelle politiche.
L’impostazione infrastrutturale che sembra emergere dalle preferenze degli operatori e dalla Sen fa perno sui due rigassificatori offshore di Livorno e Rovigo (cui si aggiungerebbe il terzo terminale galleggiante inserito nella Sen) da cui partirebbero le bettoline per i costieri. Ci sarebbe dunque un doppio passaggio, a differenza ad esempio che in Spagna dove le autobotti caricano direttamente dai rigassificatori a terra. I due rigassificatori galleggianti non sono ancora pronti a un’operatività di questo tipo: per Olt lo studio di fattibilità di dettaglio non sarà pronto prima del 2018 e ci vorranno (stando almeno ai primi studi) cinque milioni di investimento per adeguare il terminale. Edison ha rilanciato ulteriormente formulando l’obiettivo di realizzare in tutto quattro depositi costieri.
Scendendo a valle, per adesso la competitività del Gnl negli usi industriali è limitata dal calo del prezzo dei prodotti petroliferi. E visto che l’abbondanza di greggio non sembra essere destinata a finire presto, anche questo è un fattore da tenere bene a mente. La competitività alla pompa c’è, ma è data dalla particolare situazione dei prezzi del metano compresso, che consentono di stare sul mercato anche a chi ha costi di trasporto pari al costo della materia prima. Una situazione data dal fatto che le spese per un distributore di metano possono essere molto alte se la pressione del “tubo” è bassa, ma anche dal fatto che, essendo i punti vendita ancora relativamente pochi, non si può parlare di una concorrenza sfrenata. I retisti sono stati finora tra i più attivi, tra i primi a mettere le fiche nel piatto. A breve Enercoop aggiungerà il Gnl nel proprio punto vendita di Cesena, a giorni dovrebbe aprire il primo punto vendita del Sud, in provincia di Brindisi, mentre Vulcangas ha inaugurato due nuovi impianti. E interessanti potrebbero essere le prospettive nell’extrarete, in particolare per le flotte di autotrasporto che volessero convertirsi al gas liquido. Le compagnie restano sullo sfondo, come hanno fatto con il Gpl e il metano compresso.
La stessa Eni sembra piuttosto fredda: dopo l’inaugurazione di Piacenza e Pontedera, sul polo di Gela è ancora in corso lo studio di fattibilità. Sul fronte navigazione, all’inizio di luglio il porto di Civitavecchia ospiterà come base la prima nave da crociera a Gnl, la Aida Perla. Venendo alla Sardegna, ai sette progetti di depositi costieri indicati nella Sen (di cui uno autorizzato ma senza ancora decisione finale di investimento) si sono aggiunti i due progetti di dorsale presentati alla Regione e al ministero da Società Gasdotti Italia e da Snam. Il mese scorso al Mise si è fatto il punto con tutti i soggetti che hanno presentato progetti di depositi, insieme ai rappresentanti della Regione e di Saras. Sul punto, Edison ha sottolineato l’urgenza della regolazione. Importante sarà anche l’anticipazione dei limiti di emissione delle navi prefigurata nella Sen. L’impressione è che, per quella che è la domanda di gas della Sardegna, sia tutto molto sovradimensionato. E che qualcosa in bolletta è destinato a finirci. Insomma, le novità non mancano ma la nota dominante è ancora quella della prudenza, per i privati che devono fare investimenti. Dove ci dovrà essere l’intervento pubblico, l’auspicio è che le analisi costi/benefici siano rigorose.
Fonte: Gabriele Masini – Staffetta Quotidiana