Monfalcone, il ministero boccia il mini-rigassificatore Troppe «carenze documentali»

Il nodo delle aree protette sul Carso, alla Cona e al Lis ert e il caso del Grillo Zaunerino

Parere negativo del ministero dell’ambiente alla Via, la Valutazione di impatto ambientale, sul progetto del minirigassificatore di SmartGas a Monfalcone di cui è project leader il numero uno della Sbe, Alessandro Vescovini. Il decreto è di questi giorni, è il numero 0000074, la registrazione porta la data del 29 marzo, è apparso nelle ultime ore sul sito del dicastero e deve ancora essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il ministero, si legge in neretto decreta il «giudizio negativo di compatibilità ambientale per il progetto di un terminale di stoccaggio, rigassificazione, e distribuzione di Gnl (Gas naturale liquido) di piccola taglia da realizzarsi nel porto di Monfalcone e nelle retrostanti aree industriali (località Lisert) e opere connesse, localizzate nei comuni di Monfalcone, Doberdò del Lago e Duino Aurisina». I motivi di fondo sono sempre gli stessi secondo il ministero, la «carenza di documentazione» e stando a quanto si è capito l’assenza di approfonditi, lunghi e costosi studi di tipo naturalistico affidati ad esperti.

Questa volta non c’entra solo il Grillo Zaunerino che ha bloccato l’ampliamento della società Adriastrade al Lisert, ma tutta un complesso di realtà faunistiche e fattori ambientali e naturali delle zone interessate, che, come ha fatto sapere la Regione ad Adriastrade «potrebbero essere disturbate dagli interventi o progetti industriali». Lo spiega chiaramente nelle considerazioni il ministero che «prende atto» che nell’area vasta del progetto vi sono i seguenti siti della Rete Natura 2000: Aree carsiche della Venezia Giulia, Cavana di Monfalcone, Foce dell’Isonzo e Isola della Cona. Ma anche la zona protetta del Carso Triestino e Goriziano e per quanto riguarda le «specifiche interazioni tra l’opera in esame (il rigassificatore di SmartGas) e i siti di Rete Natura 2000 è stata predisposta pure la Valutazione di Incidenza». Tutte aree protette che toccano anche il Lisert dove ci sono il Sic, sito di interesse comunitario, il canneto del Lisetr e lo stagno dell’Enel. Aree artificiali rinaturalizzate abitate oltre che dal Grillo Zaunerino dalla Moretta Tabaccata, il Falco di Palude, il Tarabuso, lo Svasso Cornuto e tante altre specie. Siti portuali, e retroportuali, zone anche sotto il controllo del Consorzio industriale classificate come industriali dal piano regolatore, ma che rischiano di diventare «indisponibili» a qualsiasi tipo di investimento produttivo come è accaduto per Adriastrade.

Lo ha detto in maniera netta la Regione archiviando la richiesta di ampliamento dell’azienda che si occupa di asfalti e prodotti bituminosi. Lo dice in maniera ancora più netta, ma è lo stesso filone della Regione, il ministero dell’Ambiente considerando che il progetto di SmartGas occupa non solo quelle aree del Lisert ma anche altre delle zone vicine, Doberdò del Lago e di Duino Aurisina. Un decreto con parere negativo che arriva dopo ben tre anni dalla richiesta al ministero (era il 22 luglio del 2014 quando la società SmartGas aveva presentato la domanda di Via) che più volte aveva fatto presente a SmartGas la «carenza di documentazione». L’imprenditore: «Non ha validato la caratterizzazione per l’escavo. E nel progetto del Porto manca lo studio sulle interferenze» La stessa Regione aveva detto al ministero di «non poter pervenire» a un parere di compatibilità ambientale sul progetto. La Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del ministero lo aveva ripetuto alla società del minirigassificatore che invano ha prodotto, ogni volta che è stato richiesto, nuova documentazione tecnica e osservazioni. E per due volte aveva dato parere negativo giudicando ancora insufficienti carte e studi. Nel dicembre dello scorso anno anche il ministero dei beni e delle Attività culturali e del Turismo aveva dato a sua volta un parere negativo. Un «no» a nuovi progetti e impianti come SmartGas, ma che chiaramente rischia ormai di diventare un no anche a ulteriori e investimenti industriali e portuali in quello che resta delle aree libere del Lisert, industriali sono sulla carta.

Fonte: Giulio Garau – Il Piccolo