Von der Leyen: target CO2 al 2030 “almeno 55%”

Dai green bond il 30% dei 750 mld € di NextGenerationEU, per il 37% destinato al Green deal. Nei prossimi 12 mesi 44 iniziative (c’è anche il pacchetto gas)

Non ha tradito le aspettative il discorso sullo Stato dell’Unione di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione ha proposto infatti un aumento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra al 2030 dall’attuale 40 ad “almeno il 55%”.
La valutazione d’impatto svolta da Bruxelles “dimostra chiaramente che la nostra economia e la nostra industria non solo sono in grado di gestire questo target ma lo auspicano”, ha spiegato von der Leyen facendo esplicito riferimento alla lettera aperta pubblicata ieri dai numeri uno di oltre 170 società, investitori e associazioni.

Il clima è stato uno dei temi centrali del discorso della presidente, che ha trasmesso all’Europarlamento e alla presidenza di turno tedesca della Ue il programma di lavoro della Commissione per i prossimi 12 mesi contenente 44 iniziative, di cui 9 dedicate al Green deal. Tra queste, ha precisato Von der Leyen, “le revisioni normative funzionali al nuovo target del 55%”.

Gli interventi legati al clima saranno peraltro il motore principale della ripresa post-pandemia. Nel discorso tenuto oggi alla plenaria di Strasburgo, la presidente dell’esecutivo comunitario ha annunciato che il 37% di NextGenerationEU “sarà speso direttamente per gli obiettivi del Green deal” e che il 30% della dotazione di 750 miliardi di euro dello strumento sarà reperita attraverso green bond.
Von der Leyen ha sottolineato che i fondi di NextGenerationEU dovranno andare a “progetti strategici a grande impatto” come “idrogeno, rinnovo edifici e 1 milione di ricariche per auto elettriche”. In particolare, lo strumento dovrà “creare ‘hydrogen valley’ europee per modernizzare le nostre industrie, alimentare i nostri veicoli, portare nuova vita alle aree rurali”.

Il discorso sullo Stato dell’Unione ha toccato anche la prevista carbon-tax alle frontiere, destinata a “motivare i produttori extra-Ue e gli importatori a ridurre le loro emissioni di CO2, assicurando al contempo un equo terreno di confronto in modo compatibile con le regole del Wto”. La tassa (“Carbon border adjustment mechanism”) figura quindi tra le iniziative incluse nel programma di lavoro della Commissione per i prossimi 12 mesi nel capitolo sul Green deal, accanto alle nuove proposte per Ets, rinnovabili, efficienza, tassazione dell’energia, burden sharing, prestazione energetica degli edifici, uso del suolo (Lulucf), emissioni di CO2 di auto e camion, emissioni di metano, Dafi, trasporto intelligente ed Ecodesign. Entro un anno inoltre la proposta di “revisione del quadro normativo per ottenere mercati del gas decarbonizzati e competitivi”, annunciata da tempo ma di cui si erano poi perse le tracce.

Tra le altre iniziative programmate da Bruxelles anche l’aggiornamento della nuova strategia industriale, il riesame della politica della concorrenza, la revisione della legislazione sui mercati e gli strumenti finanziari, la governance societaria sostenibile e la definizione di uno standard per i green bond.

Fonte: Quotidiano Energia