Ue, il secondo rapporto sullo stato dell’Unione Energetica
Se il 2016 doveva essere l’anno dei risultati, il 2017 sarà l’anno dell’applicazione dell’Unione energetica. Con queste parole il vice presidente della Commissione europea Maros Sefcovic ha presentato oggi il secondo rapporto annuale sullo stato dell’Energy Union, aggiungendo che l’Europa è sulla buona strada per il raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici al 2020, ma che molto deve essere ancora fatto. Per Sefcovic l’ambizioso progetto della Commissione non riguarda solo aspetti climatici e prettamente energetici, ma deve coinvolgere anche l’opera di modernizzazione economica del continente.
L’Energy Union deve condurre a strategie di investimento moderne, ad esempio nel campo dell’economia circolare, per evitare il fenomeno degli stranded assets, quei “beni incagliati” perché programmati senza una visione innovativa e colpiti da obsolescenza poco dopo la loro realizzazione. Ma il progetto di unione energetica può rafforzare anche il ruolo di leadership europeo nel mondo, ha continuato il commissario, contribuendo al mantenimento del primato globale in termini di efficienza, contenimento delle emissioni e produzione da fonte rinnovabile. Persistono comunque situazioni critiche in Europa. Undici stati membri non hanno ancora raggiunto la soglia del 10% per quanto riguarda l’interconnessione elettrica e sette hanno ancora problemi di congestioni, mentre i prezzi al dettaglio di elettricità – al contrario di quelli all’ingrosso – restano ancora alti in molti Paesi, con effetti in termini di povertà energetica che continua a colpire una fetta consistente della popolazione.
Per superare queste difficoltà di armonizzazione tra le situazioni dei diversi Paesi, la Commissione ha preparato una roadmap che Sefcovic presenterà con un vero e proprio “tour” in tutti gli Stati membri che partirà venerdì dall’Olanda, nelle città di Rotterdam e Breda. La stessa Commissione auspica che la presentazione della relazione possa diventare uno dei momenti più importanti dell’anno istituzionale europeo per capire i progressi fatti e quanto resta da fare. Nel pomeriggio Sefcovic ha poi illustrato i punti della relazione anche agli eurodeputati riuniti a Bruxelles nella miniplenaria mensile. Il vice presidente ha segnalato passi in avanti anche per quanto riguarda la riduzione della dipendenza energetica dagli esportatori tradizionali, sebbene abbia invitato a un maggiore sforzo per rendere lo spazio europeo pienamente competitivo, con un riferimento esplicito al mercato del Gnl: la scelta tra Australia, Stati Uniti e altri esportatori, si è augurato Sefcovic, deve avvenire sotto la “più aspra concorrenza” possibile, in modo trasparente e leale.
Fonte: Staffetta Quotidiana