Tutela, Autorità: non domestici pronti al mercato libero, famiglie no
Come nel 2012-13 le famiglie in mercato libero hanno speso di più ma stavolta l’authority non indica le percentuali: “servizi rendono difficile la comparazione”. Nel domestico meno conoscenza del mercato, maggiore concentrazione dell’offerta Cresce la pluralità nell’offerta di energia alla clientela di massa con numerosi nuovi operatori attivi nel mercato libero, ma con condizioni e situazioni differenziate, poco omogenee tra i settori elettricità e gas e, nell’ambito di ciascun settore, tra tipologie di clienti.
E’ uno dei dati che emergono dall’aggiornamento del ‘Monitoraggio dei mercati retail’ dell’Autorità per l’energia relativamente al biennio 2014/ 2015 che aggiorna l’azione di monitoraggio dell’Autorità sugli anni 2012/2013. Le piccole imprese (partite IVA), rileva l’Autorità in una nota di sintesi, sono diventate più abili nel cogliere le offerte del mercato libero, mentre per le famiglie permane una difficoltà nel selezionare l’offerta più conveniente in base alle proprie esigenze. Per i clienti domestici infatti il comportamento più comune è quello di rimanere o tornare nel servizio tutelato, per limitata conoscenza del mercato, probabilmente a causa di una parziale fiducia nei mercati stessi o semplicemente da indifferenza sul tema. Per tutti il mercato libero è risultato nel periodo considerato più oneroso dei regimi di tutela, un dato però – rileva il regolatore – su cui influisce la presenza nelle offerte libere di servizi assenti nel tutelato.
Alla luce di tale difficile comparabilità l’Autorità ha ritenuto questa volta di non pubblicare i dati sulla differenza percentuale tra prezzi liberi e tutelati. Nel settore elettrico è stato costante l’incremento del numero di operatori attivi nel mercato libero per tutte le tipologie di clientela (i gruppi societari attivi sono passati dai 219 del 2012 ai 335 del 2015), con condizioni concorrenziali uniformi a livello nazionale, ma differenziate per tipologie di clienti e con indici di concentrazione rimasti stabili. Migliora infatti il livello di concorrenza dei clienti in Bassa Tensione altri usi (negozi e piccole attività), più vicini alle buone performance nel mercato dei grandi clienti (Media Tensione altri usi), con il 45% che si riforniscono sul mercato libero (erano il 36% nel 2012), che sottendono un elevato volume di energia, pari al 72%, e con il primo operatore che detiene una quota di vendite di circa il 23% (in calo del -4,3% rispetto al 2012). Meno dinamico rimane il mercato della clientela domestica. Il servizio di Maggior tutela rappresenta ancora la modalità di fornitura prevalente, pur in continua diminuzione dal 2012: nel 2015 poco meno di un terzo delle famiglie si 9 approvvigiona sul mercato libero (32%). I clienti domestici sembrano restare nei regimi di tutela1 per la limitata conoscenza delle opportunità e degli elementi del mercato, oltre che per una minore appetibilità per i venditori.
Rimane poi il vantaggio competitivo degli esercenti la maggior tutela nel convincere i clienti a scegliere una loro offerta collegata nel libero (il 67% dei passaggi al libero sono a loro favore). I livelli di concentrazione permangono elevati (con il primo operatore che nel 2015 detiene una quota di mercato di circa il 50%). Anche per il settore gas è aumentato il numero degli operatori attivi, anche se la concorrenza non ha raggiunto ancora una dimensione nazionale (per tutto il quadriennio 2012-2015 solo 2 operatori risultano tra i primi 4 venditori in almeno 10 regioni). Nel 2015 ha cambiato modalità di fornitura (cioè ha cambiato fornitore anche uscendo dalla tutela) il 12,8% dei clienti finali domestici, valore pressoché costante a partire dal 2013. Nel medesimo periodo, i cambi tra modalità di fornitura per la clientela non domestica sono invece in crescita. Per i clienti domestici e condomini uso domestico la fornitura prevalente risulta ancora il Servizio di tutela (68% nel 2015), sebbene continui il graduale passaggio verso il libero mercato.
Come per il settore elettrico, i venditori storici presentano un certo vantaggio competitivo nell’aumentare le proprie quote di mercato sul libero. Tra il 2012 e 2015, nonostante la crescita del primo operatore a livello nazionale (che nel 2015 detiene il 23% circa del mercato totale), con il conseguente aumento degli indici di concentrazione, la dinamica concorrenziale ha comunque permesso agli operatori di dimensioni medie di erodere le quote di mercato (+2,3% tra 2014 e 2015) sia ai più grandi che ai più piccoli. Sia nel settore elettrico che in quello del gas le rilevazioni della spesa clienti domestici sul mercato libero sembrano attestarsi su valori mediamente più elevati rispetto a quelli nei regimi di tutela. L’analisi, rimarca però l’Aeegsi, deve necessariamente considerare che il prezzo del mercato libero comprende una quota di elementi aggiuntivi alla fornitura di energia (come programmi fedeltà, servizi extra, energetici e non) che ne rendono assai ardua la comparazione. Inoltre le offerte disponibili sono sempre più caratterizzate da un prezzo fisso (come emerge dalla preponderanza di questa tipologia di offerte anche nel ‘TrovaOfferte’ dell’Autorità rispetto a quelle a prezzo variabile). Tale tipo di offerte necessita che il venditore acquisisca ‘coperture’ per il rischio di incrementi futuri del prezzo, con un differenziale di ‘assicurazione’ pagato in più dai clienti.
Per offerte di pari contenuto il differenziale per ottenere un prezzo fisso si riduce decisamente con la sottoscrizione online dei contratti, grazie alla quale i venditori minimizzano i costi di acquisizione del cliente rispetto agli altri canali di vendita, consentendo offerte mediamente più vantaggiose per i consumatori. In aumento il numero di offerte sul Trova Offerte, pari a ottobre 2015 a 40 per l’elettrico (32 a ottobre 2014) di cui il 70% a prezzo fisso e 25 per il gas (22 a ottobre 2014), di cui l’80% a prezzo fisso. La morosità è risultata ancora rilevante ma in calo nell’elettrico e invece in aumento nel gas. Dall’analisi dei costi sostenuti dai clienti domestici nel mercato libero, scrive l’Autorità, emerge come questi consumatori non sembrano ancora in grado di valutare il parametro prezzo per cogliere pienamente le offerte capaci di trasmettere la riduzione dei valori all’ingrosso rilevati nel periodo di monitoraggio. Diversamente per gli altri piccoli clienti nel libero (PMI ed esercizi commerciali) l’andamento dei costi sembra allinearsi maggiormente a quello dei regimi di tutela. Ciò avvalora l’ipotesi di un deciso miglioramento della capacità dei clienti non domestici ad ottimizzare i prezzi delle loro forniture a fronte, per i clienti domestici, di una limitata conoscenza del mercato e delle variabili rilevanti funzionali a individuare l’offerta migliore. Risulta quindi indispensabile aumentare gli sforzi regolatori per incrementare le capacità di scelta dei clienti domestici, rimarca il regolatore.
Per quanto riguarda il grado soddisfazione della clientela, l’indice di reclamosità (il rapporto tra il numero di reclami e il numero di clienti serviti) è in riduzione nel mercato libero, in calo al livello medio dell’1,3% e 1,4% rispettivamente per i clienti domestici elettrici e gas (era il 2,5% nel 2012 per entrambi i settori), a fronte di una reclamosità pressoché costante per la Maggior tutela (circa 0,4% per i clienti domestici elettrici, 0,7% nel gas) nell’intero quadriennio 2012/2015.
Fonte: Staffetta Quotidiana