Target 2030 e PPA, le perplessità degli energivori

A cominciare dalla piattaforma AU/GSE. Sugli obiettivi non ascoltare solo i produttori di energia. Sulle UVAM Antitrust vigili su rischio posizioni dominanti. Arera estenda alle industrie le comunità energetiche

Le industrie manifatturiere di Confindustria esprimono perplessità per alcune previsioni sul tavolo in tema di PPA – tra cui la piattaforma pubblica per i contratti di lungo periodo prevista dal decreto Fer – e chiedono un “dialogo costruttivo” sugli obiettivi green al 2030 che, oltre ai produttori di energia, includa anche la domanda.
E’ quanto si legge in una nota dei Coordinamento dei Consorzi Energia di Confindustria e del Consorzio Energie Firenze anticipata sul Sole24Ore e poi diramata oggi alla stampa, dopo che in questi giorni si è svolto presso Confindustria Firenze un incontro dei consumatori industriali sui Power Purchase Agreement (PPA), definito “tema di grande attualità per il mondo delle imprese”

“Di particolare interesse – scrivono i Consorzi – quanto emerso nel dibattito conclusivo al quale hanno preso parte esponenti di Assocarta, Assovetro, Federchimica, Federacciai e Confindustria Ceramica e dei Consorzi di Assolombarda, Bologna, Vicenza e Firenze che hanno manifestato le preoccupazioni dei consumatori industriali ed hanno avanzato alcune richieste dirette al Governo ed al Regolatore”. “I Consorzi di Confindustria e le Associazioni di categoria dei comparti manifatturieri – prosegue la nota – non si tirano indietro nello sforzo per raggiungere gli obiettivi del governo sulle rinnovabili, ma chiedono la possibilità di un dialogo costruttivo. Fino ad ora infatti ai tavoli di confronto hanno partecipato solo i produttori delle rinnovabili”.

E’ giusto di due giorni fa la presentazione a Roma di una posizione unitaria del mondo dei produttori di energia di Confindustria sugli investimenti richiesti per raggiungere i target al 2030, in uno studio coordinato da Confindustria Energia. “Ci sono molte perplessità – continuano le industrie – su come si stanno delineando le norme, ad esempio sulla piattaforma controllata dall’Acquirente Unico o dal GSE, ricordando bene gli errori commessi dall’AU negli approvvigionamenti ed il drammatico impatto che hanno avuto sul valore del PUN”. Sarebbe anche necessario, affermano ancora i Consorzi, “che l’Autorità Antitrust affinasse le proprie analisi. Il caso dei nuovi servizi che caratterizzano il mercato elettrico, vedi le UVAM, richiede un controllo puntuale sul costituirsi di posizioni dominanti specifiche. Il metodo basato sul numero degli allacci è obsoleto”.
“E’ inoltre necessario – prosegue la nota – che l’Autorità per l’Energia proceda al più presto alla creazione dei perimetri di equilibrio, autorizzando anche per gli utenti industriali le comunità energetiche locali, ad oggi previste solo per il settore residenziale e per i piccoli consumatori”.
Va infine risolto, secondo gli energivori, “il problema della misura puntuale e istantanea dei contatori. Gli ambiziosi target di FER che vengono posti possono essere raggiunti solo se a tutti gli attori sono forniti gli idonei strumenti”. A conclusione della giornata, il presidente del Coordinamento Marco Bruseschi ha ribadito “la piena disponibilità dei Consorzi e dei grandi consumatori a porsi al servizio del raggiungimento dell’obiettivo del Governo in modo che si possa abbassare il costo dell’energia per le aziende e mantenere così la competitività del settore manifatturiero, già pesantemente penalizzato da un costo dell’energia superiore alla media Ue”.

Fonte: Staffetta Quotidiana