Senza nucleare, oltre cinquemila posti di lavoro in più

È quanto sostiene un nuovo studio dell’Università delle scienze applicate di Zurigo

L’uscita pianificata dal nucleare permette di creare fino a seimila nuovi posti di lavoro. Lo sostiene un nuovo studio dell’Università delle scienze applicate di Zurigo (ZHAW) commissionato dalla Fondazione svizzera dell’energia (Schweizerische Energie-Stiftung SES), secondo cui nel dibattito pubblico sull’iniziativa in votazione il prossimo 27 novembre «sono state finora trascurate le reali opportunità economiche».

Una spinta dalle energie rinnovabili – Nella creazione di nuovi posti di lavoro sarebbe fondamentale, stando allo studio, la spinta data dalle energie rinnovabili. Soltanto l’espansione di tale tecnologia prevista dalla Strategia energetica 2050 permetterebbe di crearne circa duemila. Una sostituzione di tutte le centrali entro il 2029, come previsto invece dall’iniziativa popolare, implicherebbe la creazione di cinquemila fino a seimila posti di lavoro, a dipendenza dallo sviluppo dell’inflazione generale, dei prezzi per determinate componenti e dell’impiego delle batterie. «Ciò corrisponde a circa una volta e mezzo i posti di lavoro attuali dell’azienda elettrica Aspo» dichiara il professore responsabile dello studio, Jürg Rohrer.

La sostituzione con il fotovoltaico? «È possibile» – La sostituzione completa dell’elettricità nucleare con energie rinnovabili entro il 2030 sarebbe inoltre fattibile, secondo i ricercatori. Lo studio ritiene, infatti, che per la sostituzione di tutte le centrali nucleari sarebbe necessario sfruttare soltanto due terzi del potenziale attuale che sussiste sui tetti della Svizzera. Questo avverrebbe grazie al fotovoltaico, la tecnologia rinnovabile che può essere installata più velocemente. «Un’opportunità» – Il responsabile di progetto della Fondazione svizzera dell’energia Felix Nipkow parla dunque di opportunità: «L’uscita dal nucleare permette di pianificare con sicurezza l’espansione delle rinnovabili».

Fonte: Ticino Online