“Sen: più coraggio sulle Fer, uscire dal carbone prima del 2030”
La Camera valuterà alla ripresa dei lavori a settembre le modalità di intervento sull’elaborazione della Strategia energetica nazionale, intanto però i presidenti delle commissioni Ambiente e Attività Produttive, Ermete Realacci e Guglielmo Epifani, hanno deciso di proporre, “a titolo personale, un contributo al dibattito in corso su alcuni dei punti” ritenuti “significativi”. Priorità elencate in una lettera inviata ai ministri dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Lo rendono noto i due parlamentari evidenziando di aver ottenuto il prolungamento al 15 settembre dei tempi per la consultazione pubblica sulla Sen, chiesto prima della pausa estiva da Montecitorio (anche se lo slittamento per ora non è stato ufficializzato da Mise e Minambiente).
I due deputati giudicano “importanti e positive” le novità contenute nel documento rispetto alla vecchia Sen, sarebbe necessario però “coinvolgere il Governo nel suo insieme, a partire dai dicasteri responsabili per l’edilizia, i trasporti, l’agricoltura, la ricerca, le politiche fiscali”, così come “trovare forme di verifica e legittimazione parlamentare della Sen per darle maggiore forza, in assenza di leggi primarie di riferimento”.
Venendo alle proposte, Realacci ed Epifani suggeriscono anzitutto di spostare dal 2030 al 2050 l’orizzonte temporale della Strategia, come previsto dalla Ue per i Piani clima-energia. “Oltre agli obiettivi legati all’efficienza per quella data, in analogia con quanto accade per altri Paesi, va posto anche l’obiettivo della produzione elettrica al 100% di fonti rinnovabili”, scrivono i due presidenti. Ritengono quindi che il 48% di Fer nella generazione al 2030, indicato nel documento in consultazione, sia un “obiettivo timido, potrebbe essere portato almeno al 55%”. Lo stesso giudizio era stato espresso nei giorni scorsi dall’a.d. di Enel, Francesco Starace.
Secondo i presidenti delle due commissioni di Montecitorio “un forte ruolo nell’aumento della generazione elettrica da rinnovabili può venire dalla promozione dell’autoconsumo e dello scambio sul posto attraverso una forte diminuzione degli oneri di sistema per cittadini, imprese ed enti locali, riduzione che si potrebbe valutare anche gli impianti cogenerativi ad alto rendimento”.
“Molto positivo” poi, per Realacci ed Epifani, l’obiettivo indicato nella Sen dell’eliminazione del carbone nella produzione elettrica, “qualificante nel confronto con altri Paesi europei”, e da collocare “prima del 2030” (nella Sen si indica un orizzonte al 2030 o anticipato al 2025, a patto di accelerare le opere necessarie a colmare l’uscita di 8 GW, tenendo conto anche degli stranded cost). Quanto al gas, “può svolgere un ruolo importante nella transizione, ma l’insieme delle proposte avanzate vanno sottoposte ad un’analisi più accurata rispetto alla loro effettiva utilità per il Paese”. E quindi invitano a valutare “attentamente” la prospettiva di metanizzazione della Sardegna che “invece può svolgere un ruolo chiave su chimica verde, rinnovabili, efficienza”.
Nella trazione, continua la lettera, il metano, con la piena integrazione del biogas, può svolgere un ruolo importante nei grandi mezzi e può essere centrale anche nel trasporto marittimo, difficilmente – a giudizio dei due deputati -si può invece “prevedere un futuro significativo del metano nella motorizzazione privata”. Dove invece, secondo Realacci e Epifani, la via “più promettente appare quella elettrica”. Parlano tuttavia di “evidente impossibilità” per l’Italia di prevedere forme di incentivazione come quelle adottate negli altri Paesi Ue, “un ruolo importante” quindi “può essere svolto da incentivi rivolti alle flotte, da forme di facilitazione normativa nell’uso urbano, da una rapida e completa diffusione dei punti di ricarica nel Paese. Grande attenzione va posta anche alla riconversione della filiera auto motive”.
Infine per Relacci ed Epifani è necessario semplificare la normativa sulle rinnovabili, in particolare per il revamping degli impianti eolici e solari esistenti, nonché rafforzare e qualificare le politiche di incentivazione fiscale nell’edilizia, puntando anche ad una maggiore integrazione tra efficienza e messa in sicurezza antisismica e prevedendo interventi in favore dei cittadini incapienti”.
Fonte: Quotidiano Energia