Quotazioni a terra, così la corrente elettrica costa zero
Fatevi sotto. Il giorno 25 aprile, alta ricorrenza della Liberazione dalla dittatura e festività del santo evangelista Marco, alle ore 15 la corrente elettrica ve la regalano. Alla borsa elettrica è stato fissato per il pomeriggio il prezzo all’ingrosso di 0,01 centesimi al chilowattora. In lettere: zero virgola zero uno centesimi. Alle 16 il valore dell’elettricità è appena più alto, appena 0,09 centesimi, un sospiro. Prezzo medio del giorno 25 aprile 0,2 centesimi. È effetto della somma fra il crollo del greggio, il quale influenza tutti i mercati energetici anche se noi per produrre
elettricità non bruciamo greggio, che si aggiunge con la caduta dei consumi indotta dalla quarantena, che si affianca con il rafforzarsi delle fonti rinnovabili di energia e che si somma con la discesa festiva della domanda elettrica. Beninteso sulle nostre bollette così alleggerite il chilowattora sarà poi sovraccaricato da tasse, addizionali, oneri, incentivi, compensazioni e quella tassa sul possesso di apparecchi radiotelevisivi che per abitudine chiamiamo canone Rai.
Prezzi stracciati
Da settimane i prezzi del chilowattora trattati all’ingrosso sono i più bassi della storia ventennale della borsa elettrica del Gme (la spa pubblica Gestore dei mercati energetici). È una sequenza di minimi storici che lascia allibiti aziende energetiche, intermediari e analisti del mercato. Che cosa accade? È la somma dei fenomeni di questo periodo. Alcuni sono fenomeni stagionali: il sole brilla intenso nel cielo, la primavera muove il vento che nelle altre stagioni impigrisce e così le centrali eoliche e solari sono vivacissime e producono chilowattora a carriolate. Altri sono fenomeni interni al settore energetico: la caduta di prezzo del greggio trascina con sé anche gli altri combustibili fossili. Altri ancora sono orribili fenomeni esterni: i consumi frenano per la quarantena individuata come arma principale contro il contagio virale che uccide migliaia di persone.Due numeri a titolo indicativo. Terna ha rilevato in marzo un crollo dei consumi elettrici pari al 10,2%. Il ministero dello Sviluppo Economico ha censito in marzo un crollo dei consumi petroliferi pari al 31%.
Più care le bollette per l’energia ecologica
Le offerte verdi dell’energia elettrica non possono più essere considerate alternative, perché ormai rappresentano la maggior parte di tutte le tariffe disponibili sul mercato. Per il gas, invece, c’è ancora tanta strada da fare. Lo afferma uno studio condotto dalla Selectra — azienda che mette a confronto le tariffe di luce, gas e internet — la quale ha analizzato le tariffe sul mercato libero dell’energia dei principali fornitori italiani per capire che cosa offrono a chi sta cercando di rendere più green i propri consumi di luce e gas. Secondo la ricerca, il 62% delle tariffe luce sul mercato libero sono green e altri 16% prevedono un’opzione verde (per un totale del 78%), mentre per il gas le offerte green o comunque con un impegno ambientale sono solo circa il 13%. Le offerte verdi luce con l’energia rinnovabile hanno un prezzo paragonabile a quelle tradizionali, mentre le tariffe green e ambientali del gas sono dell’11% più costose.
Rinnovabili a manetta
La settimana scorsa nelle vendite alla borsa elettrica l’energia prodotta da fonti rinnovabili erano arrivate a rappresentare il 48% dell’elettricità e avevano superato con larghezza perfino le centrali a ciclo combinato alimentate con metano, scese al 42,7%. Secondo una rilevazione condotta dal giornale specializzato Staffetta Quotidiana Petrolifera, il carbone di centrali di grande rilevanza come Civitavecchia, Brindisi Sud, Monfalcone o la Spezia è sceso ad appena l’1,3% della corrente negoziata all’ingrosso. Tra le energie pulite è in testa con il 23,9% sempre l’idroelettrica, che potrebbe presto cominciare a sentire gli effetti del lungo periodo povero di piogge, seguita dal solare al 14,8%, dal 6,3% dell’eolico e dal 3% della geotermia.
Il censimento Anie del 2019
Nei giorni scorsi l’Anie (la federazione dell’industria elettrica ed elettronica) ha diffuso i dati dell’Anie Rinnovabili sull’andamento produttivo e di istallazioni nel settore delle centrali pulite. Nel 2019 le istallazioni di impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici hanno registrato una crescita forte del +10% rispetto al 2018. C’è un’impennata ripida soprattutto per il segmento solare fotovoltaico, che ha istallato impianti per la capacità complessiva di 737 megawatt pari a una crescita del +69%. Sono invece in difficoltà eolico (-19%), idroelettrico (-71%) e bioenergie (-73%). È ancora lontana la media di 4mila megawatt l’anno necessaria per traguardare gli obiettivi al 2030: a fronte di 55,5 migliaia di megawatt istallati in Italia a fine 2019, al 2030 è stato definito un obiettivo di 95,2 migliaia di megawatt.
L’Erg e Falck affrontano il coronavirus
Nei giorni scorsi durante l’assemblea della società l’amministratore delegato della Erg, Fabio Bettonte, ha illustrato agli azionisti le misure e le iniziative legate all’emergenza Covid. Oltre alle misure necessarie a garantire la continuità operativa delle centrali in condizioni di sicurezza e al ricorso al telelavoro, l’Erg ha destinato 2 milioni di euro a supporto del sistema sanitario nei territori dove opera con i propri siti produttivi. Falck Renewables, guidata da Toni Volpe, lancia un programma internazionale di sostegno per alleviare l’impatto
dell’epidemia con azioni mirate in favore delle comunità locali e dei territori in cui opera. Il programma — per un valore complessivo di 720mila euro — aiuterà le comunità locali che vivono in prossimità degli impianti eolici e solari di Falck Renewables nel Regno Unito, Italia, Francia, Spagna e Stati Uniti, dove l’epidemia sta creando rilevanti conseguenze sanitarie e sociali. In Italia, il sostegno è orientato ad assistere le comunità locali che vivono nei 9 comuni vicino agli 8 impianti di Falck Renewables in Sardegna, Puglia, Calabria e Sicilia.
Nel frattempo il gruppo Alperia ha approvato i bilanci 2019 con risultati in netta crescita: ricavi complessivi pari a circa 1,6 miliardi di euro, in rialzo del 23%; Ebitda in aumento a circa 237 milioni (+ 19%); utile netto di gruppo a 56,2 milioni contro 42,4 milioni del 2018 e 105 milioni di investimenti. Ma alcune aziende sono in difficoltà e l’associazione Aceper chiede maggiore attenzione per il settore. «Sospendere il termine del 30 giugno 2020 per la restituzione del beneficio della Tremonti Ambiente»: è la richiesta rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte dall’Aceper in rappresentanza di oltre 2mila produttori di energie rinnovabili.
Fonte: Jacopo Giliberto – Il Sole-24 Ore