I numeri del Piano energia clima
Un documento di oltre 200 pagine in cui vengono elaborati due scenari, uno Base che descrive una evoluzione del sistema energetico con politiche e misure correnti e uno Pnec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) che quantifica gli obiettivi strategici del piano. La Staffetta ha potuto visionare una bozza del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima inviato ieri dal governo a Bruxelles.
Il documento porta l’intestazione dei tre ministeri coinvolti: oltre al Mise, anche il ministero dell’Ambiente e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nello scenario Pnec si prevede una riduzione della domanda di energia primaria al 2040 a 122,3 Mtep rispetto ai 142,4 dello scenario base (nel 2016 la domanda era a 154,7) e dell’intensità energetica a 56 tep per milione di euro di Pil contro i 68 dello scenario Base (era 107,8 nel 2016). I consumi finali sono previsti in calo: nello scenario Base passano da 115,9 Mtep nel 2016 a 113,2 nel 2030 per risalire a 114,6 Mtep nel 2040. Nello scenario Pnec si scende a 103,8 Mtep nel 2030 e a 101,2 Mtep nel 2040.
Le fonti rinnovabili sono previste al 29,7% dei consumi finali al 2030, al 55,4% dei consumi elettrici, al 33,1% dei consumi termici e al 21,6% di quelli nei trasporti. Le Fer, che nello scenario Base passano dal 16,7% del fabbisogno primario del 2016 al 21% nel 2030, nello scenario Pnec arriverebbero a circa il 28%. Nello scenario Pnec al 2030, il gas copre il 37% del fabbisogno primario, i prodotti petroliferi il 31%, solidi e import il 2% ciascuno. Nello scenario Base, il consumo di gas naturale resta al 39% della domanda di energia primaria nel 2030. All’interno delle rinnovabili, il Piano pone l’obiettivo di un raddoppio della potenza eolica installata rispetto al 2017 con 18,4 GW al 2030, mentre il fotovoltaico passerebbe da poco meno di 20 GW a quasi 51 GW. Nel 2027 l’energia fotovoltaica diventerebbe la prima delle rinnovabili, superando l’idroelettrico.
Quanto alla mobilità elettrica, il Piano prevede una diffusione complessiva di quasi 6 milioni di veicoli ad alimentazione elettrica (puri e plug in) al 2030 di cui circa 1,6 milioni di veicoli elettrici puri, il 20% in più rispetto ai cinque milioni previsti dalla Sen di Calenda. Tra le misure per i trasporti, il Governo intende aumentare le quote obbligatorie di veicoli elettrici, ibridi, a metano e a idrogeno che le pubbliche amministrazioni dovranno acquistare al momento della sostituzione dei rispettivi parchi: 30% entro il 2022, 50% entro il 2025 e 85% entro il 2030.
Il Governo, si legge ancora, intende poi promuovere una progressiva riduzione di autoveicoli con motori diesel e benzina, rivedendo “gradualmente i sistemi fiscali sul trasporto (tassa immatricolazione, tassa di possesso, imposte sui carburanti, ecc.)” e studiando “ulteriori modalità di finanziamento per favorire i veicoli a basse emissioni”. Restando nel campo dei trasporti, compare nel testo una sorta di “rivendicazione” della norma sull’accesso libero nelle zone a traffico limitato (Ztl): “si valorizzeranno e rafforzeranno le iniziative di regolamentazione locale quali, ad esempio le limitazioni alla circolazione dei veicoli inquinanti nelle aree urbane, con accesso libero dei veicoli a combustibili alternativi ed in particolare elettrici alle zone a traffico limitato, limiti di velocità, corsie preferenziali e parcheggi dedicati per veicoli a zero emissioni”.
Fonte: Staffetta Quotidiana