L’effetto Francia non si placa, rialzo per stime Pun 2017

Malgrado le rassicurazioni di Edf sul rientro in esercizio dei 5 gruppi nucleari l’Asn non ha dato il via libera. Prezzi in Italia restano alti, con divario accentuato tra Nord e altre zone

Nonostante le assicurazioni date da EDF sul rientro in esercizio dei 5 gruppi nucleari oggetto di ispezioni ed interventi, l’ASN (l’autorità francese per la sicurezza nucleare) non ha dato il suo nulla osta ed i 5 gruppi sono quindi ancora fermi. La ripercussione sui prezzi è stata violenta: sul Powernext il base load è salito, nella media settimanale a 80,87 €/MWh, con un incremento del 51,6% sulla settimana precedente. Lunedì 7 sono stati sfiorati i 126 €/MWh e martedì 8 i 115 €/MWh. L’effetto contagio sulle altre borse europee si è subito manifestato: a Lipsia il base load è salito del 17% portandosi a 43 €/MWh ed il PUN a sua volta ha registrato un incremento del 13,7% arrivando a 60,21 €/MWh. Nei due giorni più critici, il 7 e l’8 novembre siamo arrivati ad €/MWh 54,25 sull’EEX e ad €/MWh 70,32 sul MGP. Da notare poi l’impennata dei prezzi nelle ore di picco che da tempo erano invece prossimi ai livelli del base load.

La divaricazione è stata fortissima in Francia, con un prezzo peak di 189,24 €/MWh, meno marcato, ma sempre significativo in Germania, con 67,52 €/MWh ed in Italia con 83,93 €/MWh. Quale scenario si presenta ora? Nell’immediato i prezzi italiani rimarranno elevati e permarrà uno scarto rilevante tra ore di picco e base load. In secondo luogo avremo un accentuato divario tra i prezzi nella zona Nord rispetto alle altre zone (in specie con il Sud), per la semplice ragione che è dal Nord che si può esportare verso la Francia (sono ormai 5 settimane che i prezzi italiani sono inferiori a quelli francesi) ed è parimenti al Nord che si riducono le importazioni dalla Francia. Il PUN 2016 che a inizio settembre era stimato sui 40 €/MWh è ora proiettato a 45 €/MWh e per il 2017 i forward si stanno portando verso i 50 €/MWh. Sono previsioni che scontano il prolungarsi dello stato di difficoltà del parco nucleare francese e che potrebbero essere smentite dall’evoluzione degli interventi messi in atto, ma al momento paiono pienamente condivisibili.

Il ritorno alla normalità in Francia richiederà ancora diverse settimane e non è escluso che i controlli in corso portino alla fermata di altri gruppi ed in ogni caso avremo una riduzione delle importazioni dalla Francia. Queste in termini fisici rappresentano un terzo dell’import elettrico italiano, ma in termini commerciali sono stimabili sul 50% (la differenza è data dall’energia francese che arriva in Italia attraverso la Svizzera). Un aumento del PUN è quindi inevitabile e difficilmente sarà inferiore a quello oggi prospettato.

Fonte: Energy Advisors