Ipex, rimaniamo in overcapacity
Lo stabilizzarsi della situazione climatica su valori in linea con le medie stagionali ed un relativo miglioramento delle condizioni di esercizio del parco nucleare francese, hanno portato ad una seconda decisa riduzione dei prezzi dopo quella della settimana scorsa. Il base load sul Powernext è sceso del 26,8%, rientrando verso i 50 €/MWh e su questo valore si è stabilizzato anche sull’EEX. Il PUN a sua volta ha registrato un calo del 18,97%, appena sotto i 60 €/MWh, con una domanda sui livelli del 2016, ma in riduzione del 2, 52% sulla settimana precedente, conseguente all’innalzarsi delle temperature.
Peraltro vi sono segnali che inducono a dubitare che la crisi francese sia in fase di sicura e spedita soluzione e si stanno profilando nuove tensioni sul fronte dei prezzi. La media settimanale che ha portato il base load a Parigi a 53,41 €/MWh è la risultante di due andamenti divergenti: in diminuzione da giovedì a domenica, in risalita da lunedì in poi. Sull’intraday di oggi siamo a 66,28 €/MWh e per domani abbiamo 67,13 €/MWh. Non è detto quindi la strada sia ormai del tutto in discesa ed è probabile anzi che le criticità francesi continuino ancora a manifestarsi per diverse settimane, con tutte le loro ripercussioni sui prezzi ed anche sulle valutazioni in ordine all’adeguatezza della capacità di generazione in Italia.
Questo tema è balzato prepotentemente alla ribalta con il ridursi ed in alcuni momenti l’azzerarsi dell’import dalla Francia, portando a mettere in discussione la stessa esistenza di una situazione di overcapacity della generazione italiana. Al riguardo bisogna intendersi. Se consideriamo situazioni al limite e ragioniamo in termini di sicurezza, come giustamente deve fare un TSO, possiamo trovarci in tensione. Con un consumo alla punta quale quello dei 60.000 MW delle ore 16:00 del 21 luglio 2015, venendo meno un 6 GW di import (quindi tutto, non solo quello dalla Francia) ed in una situazione di bassa idraulicità, volendo garantire una riserva prudentemente posta al 25%, il sistema va in difficoltà: il fabbisogno sarebbe coperto, ma la riserva risulterebbe ridotta ad un 12-15%. Quanto possa essere preoccupante questo scenario estremo, è controvertibile. E’ certo invece che nel cuore dell’inverno siamo ad una domanda di punta di neppure 46.000 MW e quindi con manifesta overcapacity, accentuata poi se ragioniamo in termini zonali, con una produzione largamente al Sud ed un consumo prevalentemente al Nord ed una rete che non riesce ancora a colmare lo squilibrio.
Fonte: Energy Advisors – QE