Germania, il nuovo governo e il destino di diesel e carbone

La mezza sconfitta di Angela Merkel alle elezioni politiche tedesche porta in primo piano la possibilità di un’alleanza di governo con il partito dei Verdi, uscito invece rafforzato dalla consultazione, e gli effetti sulle politiche energetiche, climatiche e ambientali di Berlino

L’evoluzione delle trattative tra Angela Merkel e il partito ecologista tedesco sarà tenuta sotto stretta osservazione soprattutto dall’industria automobilistica e da quella del carbone. Per i Verdi si presenta l’occasione di andare al Governo dopo 12 anni di opposizione (compreso il rifiuto di entrare nell’esecutivo nel 2013): il risultato elettorale (nettamente superiore alle aspettative) li dota di una forza contrattuale tale da poter quanto meno influenzare l’agenda della cancelliera. Sullo sfondo, una Germania ancora impantanata negli strascichi dello scandalo del dieselgate e indietro nel raggiungimento dei target ambientali posti dall’Europa per il 2020.

A tener banco negli ultimi mesi è stato soprattutto il dossier legato al bando delle auto a combustibili fossili, che i Verdi vorrebbero in vigore a partire dal 2030 in favore di una svolta decisa verso la mobilità elettrica. Fino ad oggi Merkel ha sostenuto un approccio ben diverso da quello abbracciato da Francia e Gran Bretagna, una transizione soft senza misure drastiche. “Non c’è alcun dubbio che i motori a combustione dureranno ancora per decenni”, ha detto la cancelliera solo due settimane fa all’apertura dell’auto salone di Francoforte. “Bisogna renderli più efficienti, vanno sviluppate nuove alimentazioni per tutelare l’industria dell’auto tedesca”. Oggi nel settore automotive sono impiegati circa 870mila addetti, il 13% del Pil e il 18% delle esportazioni.

A “rassicurare” maggiormente i produttori di automobili è forse il “precedente” del Land del Baden-Wuttemberg, unico esempio di alleanza CDU-Verdi, oltre che terra di Porsche e Mercedes: lo scorso 28 luglio il tribunale amministrativo di Stoccarda ha accolto l’istanza di alcuni gruppi ambientalisti in merito all’approvazione di un divieto di circolazione per le automobili diesel (fino alle euro 5) nel centro cittadino. In quel caso Winfried Kretschmann, storico membro del partito dei Verdi e governatore del Land, si è schierato su posizioni più miti. Ora si attende l’appello delle case automobilistiche al tribunale amministrativo federale.
Secondo molti analisti, le posizioni dei Verdi avranno molto più presa per quanto riguarda l’uscita dal carbone per la produzione di energia elettrica. Nel mirino c’è sempre il 2030. Ad oggi il maggiore impatto della Cancelliera Merkel in tema di politica energetica tedesca è stato l’abbandono del nucleare nel 2011 dopo il disastro di Fukushima. Una decisione che ha messo in una posizione di forza il carbone (23% della produzione elettrica).

Fonte: Staffetta Quotidiana