Fer, nel 2017 scende al 35,1% impatto su produzione totale

Pesa ancora la scarsa idraulicità. Crescono i piccoli impianti. Nel 2018 incentivi attesi in calo a 11,6 mld €. Il ruolo su Msd e il punto su Sspc/Sdc

Complice la scarsa idraulicità, anche il 2017 ha fatto registrare un’ulteriore riduzione dell’impatto delle rinnovabili sul totale della produzione lorda di energia elettrica, con una percentuale scesa dal 37,3% del 2016 al 35,1%. E’ quanto emerge dalla relazione dell’Arera sullo “Stato di utilizzo e di integrazione degli impianti di produzione alimentati dalle fonti rinnovabili”, che conferma quanto già certificato dal Gse meno di un mese fa sul fronte dell’energia immessa in rete.
Più in dettaglio, la produzione da Fer si è attestata a 104 TWh, mentre la potenza efficiente lorda è di 53 GW, pari al 45,5% del totale. Rilevante, sottolinea l’Autorità, l’incidenza delle fonti aleatorie e in particolare del solare e dell’eolico (più del25% del totale installato nel 2017 a fronte di poco più dell’1% nel 2004; quasi il 14% del totale prodotto nel 2017 a fronte di poco meno dell’1% nel 2004).

Cresce poi il ruolo della generazione distribuita. Nel 2016 gli impianti fino a 10 Mva, non solo alimentati da Fer,
rappresentavano oltre il 22% della potenza installata: circa il 17% in più rispetto al 2004. Il loro peso in termini di produzione è passato dal 4,7% del 2004 al 18,5% del 2016. Come noto, la scarsa idraulicità ha invece inciso positivamente sugli impianti termoelettrici, in particolare dei cicli combinati che presentano un rendimento medio del 52% nel 2016, a fronte del 50% del 2014 e del 55% nel 2004. È ormai stabilizzata o in lieve crescita la porzione di carico soddisfatta dalla generazione distribuita e dalle fonti non programmabili. Nella zona sud, in parecchie ore, la produzione da FV ed eolico è addirittura superiore rispetto al carico totale (ormai stabilmente anche nei giorni lavorativi).

La relazione sottolinea poi che appare sempre più attenuato il problema della saturazione virtuale delle reti (cioè della prenotazione della capacità non seguita dalla concreta realizzazione di impianti) in alcune aree del centro-sud. La potenza associata ai preventivi di connessione accettati e validi è attualmente pari a 58 GW a fronte dei 150 GW del 2011. In relazione al profilo dei prezzi su Mgp, si conferma il picco nelle ore preserali (17-21), quando cessa progressivamente la produzione FV.
Sul fronte della partecipazione al dispacciamento, l’Arera sottolinea che risultano qualificati 422 MW in termini di unità di consumo e 94 MW in termini di unità di produzione. Ciò “consente l’integrazione e l’ulteriore diffusione delle fonti rinnovabili non programmabili e della generazione distribuita, garantendo allo stesso tempo la sicurezza del sistema elettrico”, rimarca il regolatore.
Con riferimento ai regimi commerciali speciali, si nota una marcata riduzione del ritiro dedicato (12 TWh contro i 14 TWh del 2016) e un continuo aumento del numero degli impianti, quasi esclusivamente fotovoltaici, che beneficiano dello scambio sul posto (608.800 contro 562.600).

Sul fronte costi, i dati di preconsuntivo del 2017 evidenziano incentivi alle Fer per circa 12,1 miliardi di euro, con 65 TWh incentivati. La cifra sale a circa 12,5 mld € considerati anche i circa 0,2 mld riferiti alle fonti non rinnovabili e circa 0,2 mld derivanti da ritiro dedicato e scambio sul posto. Per il 2018 si stima una riduzione rispettivamente a 11,6 e 12 mld. L’ultimo capitolo della relazione è dedicato ai Sistemi semplici di produzione e consumo e ai Sistemi di distribuzione chiusi per i quali vengono riassunte le più recenti innovazioni normative e vengono riportati i primi risultati. Sulla base dei dati più recenti a oggi disponibili riferiti al 2017, risultano censiti circa 740.000 Asspc (Altri sistemi semplici di produzione e consumo). La potenza degli impianti è di 17,2 GW mentre l’energia elettrica consumata in sito negli Asspc è stimabile in circa 22,1 TWh.

Fonte: QE