Esplosione all’hub gas di Baumgarten, Mise dichiara “stato di emergenza”

Ma escluse per ora misure non di mercato. Snam: “Possibile ripresa a breve del flusso”. Descalzi (Eni): “Non c’e allarmismo tra gli addetti ai lavori”. Gazprom: “Lavoriamo a redistribuzione forniture”. Ancora ignote le cause dell’incidente

Nuovi problemi per il sistema del gas italiano, che come anticipato da QE è in stato di “pre-allarme” da una settimana a seguito dell’aumento della domanda e delle manutenzioni su Tenp-Transitgas. Un’esplosione è avvenuta stamattina poco prima delle 9 al nodo del gas austriaco di Baumgarten, provocando un esteso incendio. Lo annuncia l’operatore della rete del Paese Gas Connect Austria (Gca), aggiungendo che a seguito dell’esplosione una persona è morta e 21 sono rimaste ferite, una delle quali in modo grave.
L’incendio, che ha danneggiato un’area di 100 mq, è stato quasi completamente domato ma il nodo di Baumgarten è stato temporaneamente chiuso ed è al momento fuori servizio, rileva Gca, che non è per ora in grado “di fornire informazioni sulle cause e l’entità dell’incidente”.
Gca assicura che non vi sono rischi per il soddisfacimento della domanda nazionale di gas, ma “il transito attraverso l’Austria a sud e sud-est è compromesso fino a nuovo avviso”. I gestori dei sistemi di trasporto vicini “sono stati informati immediatamente affinché possano essere adottate misure in tempo utile”.
La società per il gasdotto transaustriaco Tag, Tag gmbh, ha reso noto che a seguito del blocco delle stazioni di compressione di Baumgarten la capacità di trasporto al nodo di Arnoldstein al confine italiano è stata azzerata dalle ore 11. Il ministero dello Sviluppo economico ha di conseguenza dichiarato, con un avviso pubblicato sul sito di Snam alle 12:30, lo stato di emergenza. “Si informa che il ministero dello Sviluppo economico, sentito il Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio, ha dichiarato lo stato di emergenza (“Emergency”) ai sensi del Piano di emergenza in vigore”, si legge nell’avviso, in cui si precisa che “non è stata disposta al momento l’applicazione di alcuna misura di cui al paragrafo 4.2.3 del suddetto Piano di emergenza, e pertanto non è prevista l’applicazione del prezzo di cui all’articolo 5.4 dell’Allegato A della deliberazione dell’Aeegsi 312/2016/R/Gas”.

Il riferimento è alle “misure non di mercato” previste dal Piano di emergenza (incremento della disponibilità di gas in rete, applicazione di regole di dispacciamento della produzione elettrica, riduzione obbligatoria del prelievo dei clienti industriali, definizione di nuove soglie di temperatura e/o orari per il riscaldamento civile, utilizzo Gnl peak shaving e stoccaggio strategico etc.) e all’applicazione di un prezzo di 82,8 €/MWh in luogo del prezzo marginale di acquisto. Il passaggio dallo stato di pre-allarme a quello di emergenza (il terzo e ultimo previsto dal Piano) era stato annunciato poco prima dal ministro Carlo Calenda: “Oggi c’è stato un incidente serio in Austria. Questo vuol dire che abbiamo un problema serio di forniture, con una grande concentrazione dalla Russia”. Il gasdotto Tap “serve a questo, se avessimo il Tap non dovremmo dichiarare lo stato di emergenza”, ha detto Calenda. Al quale ha replicato il M5S in una nota firmata dai parlamentari delle commissioni Ambiente, Attività produttive e Industria di Camera e Senato, convinti che l’esplosione all’hub austriaco “fa emergere tutti gli aspetti e i problemi di sicurezza che sono presenti nelle infrastrutture del gas”. Il sistema di approvvigionamento energetico italiano, lamenta il Movimento, “ha come pilastro la dipendenza dall’estero”. La situazione, pertanto, “non potrebbe che peggiorare in futuro” ed “ecco arrivare dalla cronaca un’ulteriore spiegazione al nostro no a opere come il Tap”.

Snam, “sulla base delle informazioni al momento disponibili”, ritiene comunque che “le forniture potrebbero riprendere già nella giornata di oggi, se venissero confermate le prime indicazioni sull’assenza di danni alle infrastrutture di trasporto”. La sicurezza del sistema italiano, aggiunte il Tso in una nota, “è intanto garantita dagli stoccaggi messi a disposizione da Snam”.
Analoghe rassicurazioni sono arrivate in un comunicato del Mise, in cui si sottolinea che “la fornitura di gas ai consumatori italiani è assicurata in quanto la mancata importazione viene coperta da una maggiore erogazione di gas dagli stoccaggi nazionali di gas in sotterraneo”. Il ministero, si legge ancora nel comunicato, “monitora costantemente la situazione in contatto con gli operatori interessati al fine di verificare i tempi necessari per la ripresa dei flussi”.

L’a.d. dell’Eni, Claudio Descalzi, ha rilevato per parte sua che se l’emergenza “finirà domani non ci saranno problemi” per l’Italia e se dovesse durare “qualche giorno o settimana il gas mancante lo possiamo compensare”. Insomma, “non c’e allarmismo tra gli addetti ai lavori”, perché “con gli stoccaggi e le soluzioni alternative si può far fronte” alla situazione, anche se “il prezzo del gas sta salendo”. In particolare, ha spiegato Descalzi, “prenderemo una parte degli stoccaggi, ma speriamo il meno possibile, e stiamo lavorando sul gas algerino e libico e sul gas da comprare da nord che passa dalla Svizzera. Vedremo quanto prenderne. Compensare al giorno non è facile”.
I dati orari di Snam registrano in effetti, contestualmente all’azzeramento dell’import dall’Austria, un aumento nel corso della giornata di oggi dei flussi in arrivo da tutti gli altri nodi: Passo Gries (Svizzera), Gela (Libia) e Mazara del Vallo (Algeria).

Situato nell’Austria orientale nei pressi del confine con la Slovacchia, Baumgarten è uno dei maggiori hub del gas europei con circa 40 miliardi di mc gestiti ogni anno, provenienti in massima parte dalla Russia. Gazprom Export, rende noto la società, “sta al momento lavorando alla redistribuzione dei flussi di gas e facendo del suo meglio per garantire forniture ininterrotte ai clienti su questa direttrice di trasporto”.
Il sistema del gas italiano è già sotto pressione per la parziale indisponibilità del Tenp-Transitgas, la cui capacità è praticamente dimezzata a causa di lavori di riparazione e manutenzione sul tratto tedesco. Proprio le difficoltà del sistema svizzero-tedesco sono state tra i fattori che hanno indotto il Mise a dichiarare la settimana scorsa lo stato di pre-allarme (“early warning”) ai sensi del Piano di emergenza gas.

La giornata gas di Snam mostra nell’ultima settimana un consumo di gas immesso nel sistema italiano in graduale
contrazione e poi in recupero: dai 358 milioni di mc del 5 dicembre si è passati a 351,4 mln mc il giorno successivo, a 343 mln mc il 7, a 320,9 mln mc l’8 e quindi a 303,6 mln mc nei due giorni del fine-settimana. Ieri le immissioni sono risalite a 357,6 mln mc. I ritiri dagli stoccaggi hanno toccato il livello più alto lunedì 4 dicembre con 100,2 mln mc, per poi scendere a 95,1 mln mc martedì e risalire a 98,7 mln mc mercoledì e 101,1 mln mc giovedì. Da venerdì (93,9 mln mc) i ritiri sono di nuovo diminuiti, per restare al di sotto dei 90 mln mc nel fine-settimana e a 95,8 mln mc ieri. Quanto all’evoluzione dei flussi di gas in ingresso in Italia, il nodo di Passo Gries mostra nei primi tre giorni di dicembre un import non superiore agli 8,5 mln mc di venerdì (6,6 mln mc sabato e 7,7 mln mc domenica), cresciuto poi a 23,1 mln mc lunedì e a 29,8 mln mc martedì. A questo punto si è registrato nei quattro giorni successivi un graduale calo a, rispettivamente, 27,5, 25,2, 17,5 e 16,8 mln mc e quindi una ripresa a 18,3 mln mc domenica e a 28,6 mln mc lunedì. I flussi quotidiani in entrata dal Tag sono invece rimasti dall’inizio del mese sempre al di sopra dei 100 mln mc, con un picco di 121,5 mln mc martedì 5 (all’indomani della dichiarazione dello stato di pre-allarme da parte del Mise).

Sostanzialmente stabile, infine, l’import da Mazara del Vallo, rimasto compreso nei primi 11 giorni di dicembre tra i 64,5 e i 67 mln mc, mentre quello da Gela è andato dagli 8,8 mln mc del 10 ai 15,6 mln mc di ieri.
Da ricordare che Gca è controllata da Omv con il 51% e partecipata con la quota restante da Gasinfrastruktur, joint-venture tra Allianz (60%) e Snam (40%). Tag gmbh è controllata da Snam con l’84,47% e partecipata da Gca con il 15,53%.

Fonte: QE