Energia, entro il 2060 la Terra raddoppia

Boom delle rinnovabili, ma fra mezzo secolo nonostante la crescita percentuale delle auto elettriche circoleranno tanti motori a scoppio quanti oggi (e forse di più)

L’energia consumata nel mondo diventerà sempre più verde, ma questo non vuol dire (necessariamente) che diventerà più verde anche il mondo nel suo complesso: perché nei prossimi decenni crescerà sì la percentuale di energie verdi, ma in assoluto si consumerà sempre più energia, e probabilmente si consumerà (sempre in assoluto) la stessa quantità energia ricavata da petrolio e da metano che si consuma oggi.

A illustrare questo paradosso bastano un paio di dati: in una data lontana come il 2060, grazie alla diffusione dei veicoli elettrici, le auto alimentate con il petrolio scenderanno a una quota compresa fra il 60 e il 78% del totale, contro il 91% del 2014, e questo è un ottimo risultato; ma nel frattempo le auto circolanti nel mondo aumenteranno di molto, e forse addirittura raddoppieranno, perché la motorizzazione primaria è ancora incompleta in Asia e America Latina ed è appena cominciata in Africa; perciò anche se si realizzerà 27 l’ipotesi più ottimistica, cioè un 40% di auto elettriche nel 2060, l’altro 60% che marcerà ancora a idrocarburi sarà solo di poco inferiore, in assoluto, al numero delle auto a benzina e a gasolio attuali. E questo nell’ipotesi più ottimistica, perché altrimenti il numero dei motori a scoppio nel 2060 sarà superiore, anche di parecchio, a quello del 2014. Certo, è sperabile che ogni singolo motore consumi meno.

Transizione energetica. Questo insieme di notizie positive e deludenti arriva da un rapporto del World Energy Council, pubblicato in occasione del forum dell’energia in corso a Istanbul. Il rapporto sottolinea in particolare quello che c’è di favorevole nell’evoluzione attesa: grazie alle continue innovazioni tecnologiche e a politiche di utilizzo sempre più efficace dell’energia promosse dai governi, la domanda pro-capite di energia (di tutti i tipi di energia e per tutti gli usi, non solo per le auto) raggiungerà il suo massimo livello prima del 2030 e poi inizierà a scendere. Gli esperti la definiscono «la grande transizione», perché verrà tagliato il legame storico fra crescita economica e aumento del consumo di energia. Ma questo sarà vero solo a livello pro-capite. Perché in assoluto la domanda energetica globale raddoppierà entro il 2060. L’energia solare e quella eolica, che al momento rappresentano il 4% della generazione mondiale di energia, cresceranno fino a una quota compresa fra il 20% e il 39% del totale. Sul fronte opposto, i combustibili fossili scenderanno fino al 50% o al 70% del mix energetico primario, rispetto all’81% del 2014. Il taglio però sarà dovuto solo al carbone, mentre il consumo di petrolio in assoluto non varierà di molto, e quello di metano potrebbe addirittura aumentare, trovando nuovo spazio non solo nelle centrali elettriche ma anche nell’autotrazione. Comunque si tenga presente che anche l’energia che carica le batterie delle auto elettriche va pur generata da qualche parte, e se si vuol fare a meno del carbone e dell’atomo il metano è la soluzione più abbondante e più facile. A parità di generazione elettrica il metano rilascia metà dell’anidride rispetto al carbone. Sole, vento e dighe fanno meglio, ma anche queste fonti suscitano obiezioni ambientali, perché consumano estensioni di suolo (il fotovoltaico e l’idroelettrico) o rovinano il paesaggio (le pale eoliche). Innovazione tecnologica e risparmio.

La vera carta vincente è il risparmio energetico, che non vuol dire (o non vuol dire soltanto) spegnere lampadine o andare meno in auto, ma fare le stesse cose consumando meno energia, grazie all’evoluzione tecnologica. Il trend verso un riduzione dei consumi pro capite di energia è confermato anche da un documento diffuso dall’Agenzia internazionale per l’Energia (organismo dell’Ocse). Il suo Rapporto 2016 sul mercato dell’efficienza energetica» rivela che l’intensità energetica (cioè la quantità di energia necessaria per produrre un dollaro di Pil) è migliorata dell’1,8% nel 2015. Questo significa che l’economia globale l’anno scorso ha richiesto meno energia per crescere. E il miglioramento dell’efficienza energetica accelera: nel 2014 era stato +1,5%, e nel 2015 è arrivato a essere il triplo dell’ultimo decennio.

In sintesi: stiamo facendo passi da gigante, siamo sempre più consapevoli della necessità di passare alle energie rinnovabili e ci muoviamo in quella direzione, anche pagando dei costi notevoli e con la piena consapevolezza di doverlo fare. Ma con la popolazione mondiale che in questo secolo crescerà ancora da sette a dieci o dodici miliardi di abitanti, e considerando che tutti quanti aspirano al livello di vita dell’attuale miliardo più benestante, i consumi assoluti di energia raddoppieranno e oltre, nonostante la transizione verso un’economia a intensità energetica sempre minore. E il petrolio e il metano avranno un ruolo di primissimo piano per tutto il XXI secolo, non se ne potrà fare a meno. Se l’obiettivo è un mondo che si nutre di sola energia rinnovabile, il 2060 è una data troppo vicina, è più realistico pensare al 2100 e oltre. Comunque la direzione è quella, ed è buona.

Fonte: La Stampa