Clima, il “manifesto verde” di Bill Gates
“Cosa posso fare per dare una mano?”. È questa la domanda che il fondatore di Microsoft, filantropo ambientale e miliardario americano Bill Gates si sente fare più spesso da chi desidera contrastare la crisi del clima. Per cercare di rispondere a questa domanda basilare su quanto possono fare prima di tutto le aziende, e poi anche i governi e le organizzazioni non governative, sia a livello individuale che di sistema, Gates ha recentemente pubblicato sul Financial Times il suo “manifesto verde”.
Quanto sarà difficile?
“Non sarà facile”, avverte Gates. “Evitare un disastro climatico richiede un modo diverso di fare affari, il coraggio di assumersi dei rischi che molti amministratori delegati non sono abituati a prendere – e che gli investitori non sono abituati a premiare. Mi ci sono voluti anni per arrivare a questo punto di vista. Mi sono interessato al cambiamento climatico non come ambientalista, ma come sostenitore della salute globale e dello sviluppo”. Ma intanto Gates ha sviluppato un metodo per rispondere a questa domanda, basato sulle differenze di costo tra prodotti e servizi alimentati dai combustibili fossili e gli stessi prodotti e servizi alimentati da energia pulita, differenza che Gates ha chiamato “green premium” – il premio verde.
I premi verdi indicano quanto costerà azzerare le emissioni in tutti i settori alimentati a combustibili fossili – compresa la generazione elettrica, la produzione manifatturiera, l’agricoltura, i trasporti, il riscaldamento e il raffreddamento. “Armati di questi premi verdi, possiamo vedere quali strumenti a zero emissioni di carbonio sono pratici ora, e quali dobbiamo ancora migliorare o inventare” dice Gates. Nella sua ricerca, il miliardario americano dice di aver trovato “alcune piacevoli sorprese”. “Per esempio, negli Stati Uniti, passare a una rete elettrica pulita usando la tecnologia attuale (eolica, fotovoltaica, idroelettrica e nucleare) aumenterebbe i prezzi dell’elettricità di circa il 15% rispetto alle attuali tariffe al dettaglio,” dice Gates. “Si tratta di un aumento relativamente piccolo per molte persone – circa 18 dollari al mese – anche se dovremmo assicurarci che le famiglie a basso reddito non ne siano gravate. L’Europa, con le sue abbondanti fonti di energia rinnovabile, è in una posizione simile”.
Sfortunatamente, la maggioranza dei paesi non ha così tanto vento e sole come gli Stati Uniti e l’Europa. In quei luoghi, i premi verdi sull’elettricità saranno un po’ più alti, e avranno bisogno di innovazione per colmare il divario, sottolinea Gates. Inoltre, per la grande maggioranza delle attività energivore, come produzione di cemento e acciaio e trasporto aereo, non abbiamo opzioni pulite che siano lontanamente economiche come le loro controparti convenzionali, aggiunge.
Cosa fare?
Ci sono quattro aree in cui le aziende possono fare una differenza. Non tutte sono applicabili a ogni azienda, ma c’è qualcosa in questa lista un po’ per tutte, indica il magnate. La prima area riguarda la mobilitazione di capitale per ridurre i premi verdi. Per alcuni prodotti, come eolico, fotovoltaico e auto elettriche, i premi verdi sono già bassi ma scenderanno ulteriormente se più aziende li compreranno. In altri casi, come l’acciaio a basso contenuto di carbonio e i carburanti per la navigazione e l’aviazione, i premi verdi sono proibitivi. Questi sono i settori in cui dobbiamo investire più soldi e fare più sforzi, dice Gates.
In pratica, questo significa che le aziende devono essere disposte a finanziare soluzioni innovative a basse emissioni di carbonio dove i premi verdi sono più alti. In alcuni casi, gli investitori potrebbero dover accontentarsi di rendimenti più bassi. Le banche dovranno prestare a tassi inferiori e facilitare i finanziamenti a queste tecnologie, via via che raggiungono stadi dimostrativi di grosse dimensioni. Tutto ciò è intrinsecamente rischioso: “Ho già perso più soldi nelle aziende di batterie di quanto avrei mai pensato”, dice Gates, ma mettere in comune le risorse e investire insieme invece che individualmente abbasserà il rischio per ogni singolo investitore, aggiunge.
Il secondo modo in cui un’azienda può avere un impatto è attraverso i prodotti che acquista. Se una società gestisce una flotta di furgoni, per esempio, può impegnarsi a comprare veicoli elettrici. Non solo si ridurranno significativamente le emissioni della propria azienda, ma si invierà anche un segnale ai produttori di auto che c’è un mercato in crescita per i veicoli elettrici, che a sua volta spingerà la concorrenza e i prezzi verso il basso. Gli approvvigionamenti sono uno strumento potente per iniziare a costruire mercati anche per altri prodotti, come i
combustibili a idrogeno e le alternative più verdi all’acciaio e al cemento, dice Gates.
La terza area è l’espansione della ricerca e dello sviluppo. Gates cita il caso di Impossible Foods, uno dei principali produttori mondiali di “carne” a base vegetale, in cui il miliardario è stato uno dei primi investitori. Nel 2020, Impossible ha annunciato piani per raddoppiare l’organico impegnato in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di ridurre il prezzo dei suoi hamburger ed espandere la quota di mercato. Lo scorso marzo, i suoi prodotti erano disponibili in 150 negozi di alimentari. Oggi sono disponibili in più di 15.000, fa notare Gates.
Il quarto e ultimo modo in cui si può aiutare a ridurre i premi verdi è contribuire a modellare le politiche pubbliche. Le imprese possono fare pressione sui governi affinché investano in ricerca e sviluppo delle energie pulite, chiedere incentivi per l’innovazione e aiutare le rinnovabili a competere mettendo un prezzo sul carbonio o fissando requisiti minimi per l’uso di energia pulita, secondo Gates.
Costi solo di breve termine
Lavorare in queste quattro aree non sarà sempre facile, dice Gates. Se una banca presta denaro a un’azienda e questa fallisce, i profitti della banca ne risentiranno. Se si assegnano i migliori ricercatori a un progetto di energia pulita, potrebbero finire comunque in un vicolo cieco. Il tempo speso a parlare con un politico di politica climatica è tempo che le imprese potrebbero dedicare al loro core business.
Ma questi sono i costi a breve termine che un vero leader aziendale deve assumersi, se è interessato ai cambiamenti concreti e non solo alle chiacchiere, secondo Gates. Ci vuole coraggio per i capi-azienda ad assumersi questi costi e pazienza per i consigli di amministrazione e gli investitori a ricompensarli per questo, dice Gates. Eppure, a lungo termine, questi passi rischiosi saranno positivi per gli affari. I premi verdi scenderanno e i consumatori si ricorderanno quali aziende sono state serie nell’aiutare ad evitare un disastro climatico, dice Gates.
Naturalmente, anche i governi hanno un ruolo essenziale. Come i dirigenti d’azienda, anche i politici devono tenere conto del cambiamento climatico nelle loro decisioni. Per esempio, devono aumentare drasticamente i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo. Devono usare il loro potere d’acquisto per far crescere la domanda di prodotti a emissioni nulle o basse. Impegni importanti a comprare verde manderanno un chiaro segnale di mercato che c’è una domanda per questi prodotti.
I governi dovrebbero anche eliminare le politiche improduttive che impediscono alle nuove tecnologie di emergere. E dovrebbero livellare il campo di gioco per le tecnologie pulite adottando politiche come gli standard per i carburanti puliti, espandendo i crediti d’imposta per le nuove tecnologie e aumentando il costo delle emissioni di gas serra attraverso un prezzo del carbonio, dice Gates.
È raro lavorare una causa a cui un po’ tutto il mondo crede e vuole partecipare. Anche su temi universali come la salute globale, ogni tanto è necessario ricordare ai governi e alle aziende del mondo ricco perché dovrebbero averla a cuore, dice Gates. Non così con il cambiamento climatico, aggiunge. Le persone di tutto il mondo, di tutti i ceti sociali, vogliono fare qualcosa di significativo al riguardo. Ora, dopo anni di incertezza, sappiamo finalmente cosa significhi essere un leader aziendale: significa avere il coraggio di rischiare, conclude.
Fonte: QualEnergia