Certificati bianchi, impatti del boom anche su grossisti gas e termoelettrici
La corsa dei prezzi dei titoli di efficienza energetica, in crescita costante e giunti ieri alle soglie dei 480 euro/titolo contro i 100 circa di inizio 2016, sta avendo impatti anche sul settore della vendita di gas all’ingrosso, in particolare alle centrali termoelettriche.
Il tema è da qualche tempo oggetto di riflessione in seno dall’associazione dei grossisti di energia e trader Aiget, tra i cui associati sta crescendo la preoccupazione per l’andamento della componente REt, applicata ai clienti gas direttamente connessi alle reti di trasporto, come le centrali termoelettriche, per sostenere appunto gli oneri legati all’efficienza energetica, al conto termico e al biogas. Esaminando le relative delibere dell’Autorità per l’energia, le ultime quattro variazioni della componente in questione, avvenute rispettivamente ad aprile 2015, gennaio 2016, luglio 2016 e, particolarmente pronunciata, a ottobre 2017, hanno portato a un notevole incremento della stessa. Nel dettaglio, la REt è più che triplicata passando dagli 0,43 cent per metro cubo ancora a inizio 2015 agli 1,33 cent di ottobre scorso, valore confermato per il 1 trimestre 2018 e pari attualmente – per dare un termine di paragone – a quasi un 6% della componente materia prima Cmem dei prezzi finali del servizio di tutela.
Questo come conseguenza della necessità di coprire il crescente fabbisogno dei conti della Cassa per i servizi energetici Csea per finanziare le attività citate. Le imprese temono che il rally in atto, a cui potrebbero aggiungersi altri fattori come l’aumento degli oneri per il conto termico (attualmente pari a circa 245 milioni di euro da contatore GSE) e l’effetto redisitributivo di un’attuazione degli sgravi agli energivori gas (previsti dalla Legge Europea ma non ancora implementati), potrebbe determinare nuovi e inattesi incrementi della REt nel 2018. Questo a fronte di accordi di compravendita e hedging sul gas per l’anno in corso già conclusi tra i grossisti e i loro grandi clienti, tra cui appunto le centrali termoelettriche, ovviamente sulla base dei vecchi valori, con la conseguenza che eventuali aumenti della REt in corso d’anno costringerebbero le imprese a modificare in corsa le condizioni di fornitura già concordate.
Per questo motivo Aiget sta pensando di segnalare direttamente il problema all’Autorità per l’energia, proponendo
possibili contromisure, in particolare per aumentare la visibilità e la prevedibilità delle variazioni della componente (es. fissando un tempo minimo tra l’aggiornamento del valore e la sua entrata in vigore, individuando un valore massimo raggiungibile dalla componente in un dato periodo, pubblicando regolarmente i dati aggiornati sulle giacenze dei relativi conti della Cassa per i servizi energetici Csea).
Fonte: Staffetta Quotidiana