Aeegsi lancia allarme oneri: “Valutare rinvio riforma tariffa”

Segnalazione a Governo e Parlamento: “L’impatto cumulato con i 900 mln € aggiuntivi per gli energivori potrebbe pesare eccessivamente su consumatori domestici, tutelare fasce deboli”

Dal 1° gennaio 2018 molti consumatori italiani potrebbero subire “incrementi significativi” della bolletta elettrica per l’effetto combinato della riforma della tariffa per i clienti domestici e delle nuove agevolazioni per gli energivori. E’ quanto afferma l’Aeegsi in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, nella quale si invitano le istituzioni a “valutare l’opportunità di fornire all’Autorità indirizzi sugli obiettivi da privilegiare”, magari “rinviando di un anno il completamento della riforma inerente le componenti a copertura degli oneri generali di sistema”.
Dal prossimo anno, infatti, sarà operativo il terzo e ultimo step del processo che ha portato a eliminare la tariffa progressiva, con effetti finora limitati ai servizi di rete. Dal 1° gennaio dovrebbe però partire anche l’attesa nuova disciplina delle agevolazioni per gli energivori (sebbene tale attuazione, prevista nella Legge europea, sia ancora in itinere).

L’Autorità fornisce quindi una stima dell’impatto combinato di tali due provvedimenti sulle bollette dei clienti domestici. Partendo dal presupposto che l’incremento delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia è stimato in 900 milioni € (dagli attuali 626 mln € a circa 1,5 mld €) e che il 24% sarà a carico del settore domestico, il regolatore evidenzia gli aggravi di spesa annuali al netto di tasse e imposte previsti per otto categorie benchmark, prendendo come base l’aggiornamento del 4° trimestre 2017. Si va in progressione dai 5,47 € della “A” (3 kW, 1.550 kWh/anno, che evidenzia una spesa complessiva di 291 €) ai 21,89 € della “L” (6 kW, 6.000 kWh/anno, 1.016 €) con l’unica eccezione dei 3,28 € per la “F” (3 kW, 900 kWh/anno, non residenti, 355 €).

Stessa valutazione per la riforma tariffaria degli oneri, sebbene in questo caso gli aumenti riguardino solo tre classi su otto: 20,63 € per la “A”, 12,64 € per la “B” (3 kW, 2.200 kWh/anno) e 9,85 € per la “F”. Negli altri casi si hanno risparmi compresi tra 0,42 e 86,65 €. L’effetto combinato porterebbe quindi a un picco di incremento della spesa annua di circa 26 € per la classe “A” e circa 21 € per la “B”.
“I dati – sottolinea l’Autorità – mostrano come per circa la metà dei benchmark considerati (D, G, H, L) il completamento della riforma tariffaria relativamente agli oneri generali possa comportare risparmi di spesa che andrebbero a più che compensare gli inevitabili aumenti legati alla disciplina energivori; va tuttavia considerato che gli altri benchmark (A, B, C,F) di riferimento, per i quali gli effetti sarebbero invece sinergici, sono rappresentativi di circa 22 dei 29 milioni di abitazioni italiane. Per tali clienti, caratterizzati da consumi bassi o medio-bassi, gli incrementi di spesa prevedibili sono significativi”.
Il tutto senza considerare che “sulla base di prime proiezioni, ancora molto preliminari, ulteriori incrementi sono oggi prevedibili con riferimento all’aggiornamento delle componenti tariffarie relative alla materia energia”, rimarca la segnalazione.
Da qui l’ipotesi di “un’estensione del percorso di transizione originariamente disegnato” per la riforma tariffaria. L’Autorità invita inoltre Governo e Parlamento a valutare gli impatti sulle fasce più deboli, predisponendo il rafforzamento del bonus sociale contemporaneamente alla riforma della tariffa.

Fonte: Quotidiano Energia