Accendere un faro sullo spread TTF-PSV
Nonostante oltre n terzo del parco nucleare francese si trovi attualmente fuori esercizio, nell’ultima settimana i prezzi sul Powernext non solo non sono saliti, ma anzi hanno registrato un lieve diminuzione con una contrazione del 2,9%, rientrando (nella media settimanale) al di sotto dei 50 €/MWh, grazie alle quotazioni del sabato e della domenica, mentre nei giorni lavorativi rimaniamo nettamente al di sopra di questa soglia.
Come abbiamo già avuto modo di osservare, questa apparente contraddizione tra restrizione dell’offerta e ridotto impatto sui prezzi, è spiegabile con un particolare andamento climatico che sta interessando tutta l’Europa continentale, con temperature nettamente superiori alle medie stagionali e quindi un ancora limitato ricorso al riscaldamento. La stabilizzazione dei prezzi francesi, ottenuta anche grazie ad un maggior ricorso alla produzione dei cicli combinati a gas, che mentre in Italia fungono (oltre che da base) da back-up delle rinnovabili, in Francia sono il back-up del nucleare, ha contribuito anche alla flessione del PUN in Italia, sceso del 3,3%. Pur con questa correzione i prezzi rimangono nettamente superiori a quelli attesi: nei forward di marzo il PUN di ottobre era stato fissato a 47,09 €/MWh e dopo i primi 18 giorni siamo a 54,11%. E questo pur con una domanda debole, anche nel nostro caso essenzialmente per ragioni climatiche, scesa dell’1,19% sulla settimana precedente e dell’1,91% sul 2016.
Lo scostamento rispetto alle previsioni non è legato soltanto alle vicende francesi, che certo hanno contribuito al rialzo, ma insieme hanno giocato altri fattori. In primo luogo il perdurare di una siccità imprevedibile che ha visto scendere l’apporto delle rinnovabili (per oltre il 50% sono idroelettriche), caduta accentuata da una ridotta ventosità, sicché i cicli combinati coprono oltre la metà dell’offerta. Bisogna inoltre considerare, elemento alquanto trascurato nei commenti recenti, la risalita dei prezzi del gas e soprattutto il formarsi di un divario tra le quotazioni sul PSV ed il TTF di oltre 3,5 €/MWh che non trova giustificazione nei soli costi del trasporto internazionale, stimabili tra 1,5 e 2 €/MWh. Difficile dire quali possano essere le cause di questo spread, con spiegazioni che oscillano tra il tecnico e lo speculativo e sarebbe certamente opportuna una specifica indagine al riguardo da parte dell’AEEGSI, prima di inventare nuove forme di agevolazioni per gli energivori a carico, ancora una volta, della generalità degli utenti.
Fonte: Energy Advisors – QE