Il solare che trasforma in corrente anche la pioggia

Che funzioni davvero è tutto da dimostrare e se mai arriverà sul mercato non sarà certo questione di pochi anni, ma quella annunciata dai ricercatori di una università cinese sarebbe davvero l’equivalente della pietra filosofale del settore fotovoltaico

Un gruppo di ricercatori dell’ateneo di Soochow ha annunciato infatti di aver messo a punto un pannello in grado di
generare corrente anche durante le giornate di pioggia grazie all’elettricità statica prodotta dalla frizione delle gocce d’acqua su un doppio strato di uno speciale polimero adagiato sulla sua superficie. “La nostra apparecchiatura può generare corrente sempre, qualsiasi tempo cia sia fuori”, dice Baoquan Sun, dell’Università di Soochow. “Anche di notte se piove”.
Per quanto possa apparire sorprendente, ricorda il Guardian nel dare la notizia, non si tratta di una novità assoluta perché da tempo diversi gruppi di ricerca in giro per il mondo sono impegnati a sviluppare sistemi fotovoltaici capaci di integrare i cosiddetti Tengs (triboelectric nanogenerators). Il prototipo messo a punto dal laboratorio cinese utilizza però un design decisamente più semplice ed eficiente in quanto uno degli strati di polimero agisce come elettrodo sia per i Teng che per le cellule fotovoltaiche.

I risultati della sperimentazione condotta dal gruppo coordinato da Sun sono stati pubblicati sulla rivista ACS Nano. “In futuro contiamo di esplorare la possibilità di integrare questo meccanismo in apparecchiature mobili e flessibili, come ad esempio degli abiti”, ha commentato il ricercatore. “Tuttavia l’efficienza dell’output energetico deve essere ulteriormente migliorato prima di poter passare a delle applicazioni pratiche”. Secondo Sun, la ricerca in questo particolare campo sta progredendo rapidamente e si è detto speranzoso di poter realizzare un prototipo nel giro di 3-5 anni.

Altri scienziati in Cina stanno applicando i Tengs sulle cellule fotovoltaiche per convertire in elettricità anche il vento a cui sono esposti, un’applicazione che potrebbe sommarsi a quella a cui sta lavorando Sun. Come è ampiamente comprensibile, il Guardian da conto anche dell’inevitabile scetticismo con cui è stato accolto lo studio cinese. “L’idea è interessante: un congegno ibrido in grado di raccogliere l’energia cinetica dell’acqua senza distruggere l’output della cellula fotovoltaica durante i giorni soleggiati”, commenta al quotidiano britannico l’esperto di energia solare Varun Sivaram. Tuttavia queste applicazioni a suo avviso devono aumentare considerevolmente la loro efficienza se vogliono fare davvero la differenza. “Non si capisce se rappresenterà una svolta, io sospetto di no”, conclude.

Fonte: Valerio Gualerzi – La Repubblica