Ristrutturazione e riqualificazione: rilanciare l’economia partendo dalla casa

La ristrutturazione residenziale e la riqualificazione energetica sono interventi che rispondono a obiettivi economici, ambientali e sociali

Ma il tasso annuale di ristrutturazione degli immobili residenziali in UE varia tra lo 0,4-1,2% a seconda del paese. Come mai? Diverse le ragioni: dal costo degli interventi nonostante gli incentivi finanziari e fiscali alla scarsa o difficile informazione. Il tema della ristrutturazione residenziale è ora al centro dello European Green Deal che, a sua volta, è al centro del piano di rilancio post-COVID. In autunno la Commissione europea presenterà la campagna Renovation Wave.

Riuscirà ad attrarre gli investimenti necessari e a semplificare i processi?
Il tema della ristrutturazione residenziale è al centro dello European Green Deal il quale, a sua volta, è al centro del piano di rilancio post-COVID dell’Unione Europea. Ma perché questo argomento è così importante? Nel 2017, il 27,2% del consumo finale di energia proveniva dal settore residenziale, sia per il riscaldamento degli ambienti domestici che per gli elettrodomestici. Dato che 50 milioni di consumatori europei non riescono a mantenere le loro case sufficientemente calde d’inverno e che la spesa per il raffrescamento d’estate sta diventando sempre più consistente anche nel Nord Europa, appare essenziale investire nella ristrutturazione delle abitazioni.

I programmi di riqualificazione edilizia sono considerati strategici in UE non solo per la riduzione dei consumi energetici, ma anche per l’impatto nella creazione di nuovi posti di lavoro a livello locale, inclusi quelli a bassa specializzazione. Un minore consumo di energia significa una maggiore indipendenza dai combustibili fossili, quindi meno inquinamento, migliore qualità dell’aria e salute, bollette più basse. In breve, il miglioramento della qualità degli immobili e l’investimento in efficienza energetica rispondono a obiettivi economici, ambientali e sociali. Secondo la campagna Renovate Europe, la ristrutturazione residenziale ha un rapporto costi-benefici di 1:4!

Ma come è possibile far sì che attori, sia pubblici che privati, e famiglie si impegnino in tali programmi? Le politiche messe in atto negli ultimi anni dimostrano che gli incentivi finanziari e fiscali non sono sufficienti, in quanto ogni anno vengono ristrutturati solo dallo 0,4 all’1,2% degli immobili residenziali a seconda dello Stato membro, il che è davvero molto poco rispetto al potenziale europeo.
Due terzi delle case europee sono stati costruiti in un’epoca in cui i requisiti di efficienza energetica erano pochi o addirittura inesistenti. Ristrutturare la propria abitazione, soprattutto quando fa parte di un condominio, può essere molto scoraggiante e costoso.

Molti affittuari, schiacciati dal peso delle bollette, non riescono a convincere i locatori a sostenere ristrutturazioni per il miglioramento della qualità degli immobili in affitto. Infine, è molto difficile districarsi tra i programmi di finanziamento e gli incentivi esistenti e tra la miriade di servizi disponibili. Di conseguenza, molte famiglie si limitano ad azioni superficiali, come la sostituzione di elettrodomestici e caldaie, che non consentono un reale miglioramento del rendimento energetico e lo sviluppo di edifici a consumi energetici prossimi allo zero (Nearly Zero Energy Building, NZEB).

È vero che l’UE ha introdotto gli attestati di prestazione energetica, che valutano gli elettrodomestici e gli immobili in una scala dalla classe A (migliore) alla G (peggiore), e garantiscono a chi intende acquistare o affittare un bene di conoscerne livello di efficienza energetica. Grazie agli attestati di prestazione energetica e agli standard elevati, dal 2000 l’efficienza energetica delle famiglie è aumentata dell’1,8% all’anno a livello europeo, eliminando al contempo le apparecchiature a maggior consumo energetico.
Andando oltre, gli Stati e le amministrazioni pubbliche devono essere in grado di semplificare il più possibile i processi, in modo da offrire alle famiglie la fiducia necessaria per fare il grande passo, soprattutto se si tratta della casa in cui vivono da diversi anni. È necessario anche fornire maggiori garanzie sugli investimenti ai proprietari; prevedere sanzioni per chi affitta immobili senza requisiti minimi; rendere obbligatoria la certificazione delle imprese edili; formare gli amministratori condominiali e gli agenti immobiliari in materia, affinché possano agire da intermediari e favorire le ristrutturazioni. Infine, le banche e le assicurazioni devono poter cogliere l’opportunità per offrire condizioni vantaggiose ai propri clienti.

Oltre agli sportelli unici, ovvero piattaforme di consulenza affidabili, trasparenti e accessibili, le famiglie hanno bisogno di informazioni personalizzate e su misura: in Francia, ad esempio, il Governo e l’Agenzia per l’Energia hanno creato il sito web Faire, dove si possono trovare informazioni sui lavori di riqualificazione energetica. Questa piattaforma permette alle famiglie di contattare un agente affidabile, in grado di guidarle nel processo (anche nella richiesta di sovvenzioni) e di trovare professionisti certificati cui affidare i lavori. Reti come Eco-Habitat nel Nord della Francia si spingono ancora più avanti, raggiungendo direttamente le famiglie più vulnerabili mediante assistenti sociali e volontari della Caritas.

L’informazione, la pianificazione finanziaria e l’accessibilità economica sono al centro delle decisioni delle famiglie, soprattutto quando il budget a disposizione è già limitato. L’Europa deve riuscire a motivare gli Stati membri a intraprendere ambiziosi programmi di rinnovamento per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dall’Accordo di Parigi sul clima. Questa è la sfida della Renovation Wave, che sarà presentata a settembre dalla Commissione europea.

Fonte: Marine Cornelis – Rivista Energia