Ipex. Lo spread Italia-Francia supera i 10 €/MWh

Gli interventi su reattori francesi creano una situazione mai verificatasi, con un inusuale flusso di export. Il Pun ai massimi da gennaio, anche per le restrizioni sulla rete interna.

Sono ormai diverse settimane che segnaliamo la situazione pesantemente anomala del mercato francese. Pur in assenza di notizie ufficiali, avevamo ricondotto il marcato trend al rialzo dei prezzi ad una contrazione dell’offerta conseguente al vasto programma di manutenzione straordinaria e di controllo sul parco nucleare d’Oltralpe. Un programma gestito nel massimo riserbo, per cui non è facile indicare tempi e dimensioni degli interventi e di conseguenza i loro riflessi sul mercato.

In relazione agli ultimi eventi, solo il 18 ottobre il silenzio è stato rotto con la pubblicazione di un comunicato e di una delibera dell’Autorité de sûreté nucléaire (ASN). Da quanto si ricava sono in corso approfonditi controlli in ordine ai generatori a vapore di 7 reattori nucleari, che verranno estesi ad altri 5, per i quali è prevista la fermata per tre mesi (anche se EDF spera di riuscire a concluderli entro l’anno). Complessivamente 12 dei 58 reattori francesi sono fuori esercizio ed i contraccolpi si sentono: in 15 giorni il base load sul Powernext è salito del 46%, con un balzo del 38% la settimana scorsa e un ulteriore rialzo del 7% nell’ultima.

Per la seconda 7 settimana consecutiva i prezzi italiani sono quindi risultati inferiori a quelli francesi e non solo su base settimanale, con un PUN ad €/MWh 52,88 contro un base load sul Powernext ad €/MWh 57,67, ma anche su base giornaliera (con la sola eccezione di domenica 16, con prezzi praticamente alla pari). In effetti in dieci degli ultimi quattordici giorni abbiamo avuto in Italia prezzi inferiori a quelli francesi, con stacchi che hanno superato i 10 €/MWh (mercoledì 12 lo spread è arrivato ad €/MWh 12,37), un caso che non si era mai verificato, se non in termini molto puntuali. La critica situazione francese ha così generato sul sistema italiano sia un inusuale flusso di esportazioni, sia una spinta al rialzo dei prezzi, come del resto si è verificato anche sui mercati dell’Europa Centrale ed in specie in Svizzera.

Pur con una domanda stazionaria, in flessione dell’1% sulla settimana precedente ed in crescita solo dello 0,48% sul 2015, il PUN è salito del 4,3% ed il prezzo medio ponderato sul MGP è ritornato ad €/MWh 54,78, un valore che non si vedeva dal gennaio scorso. E’ da aggiungere che oltre alla Francia hanno contribuito a questa dinamica le pesanti restrizioni in atto sulla rete di Terna, nella connessione tra Centro-Nord e Nord, che nella zona Nord, dove minore è l’overcapacity, hanno portato a prezzi particolarmente elevati.

Fonte: Energy Advisors – QE