Energia e Coronavirus, l’impatto sui consumi

A marzo la domanda del Paese è calata complessivamente del 12,4%. I dati di aprile saranno ancora più negativi. E l’attesa ripartenza non sarà una restaurazione ma l’avvio di un processo di riorganizzazione nel segno della transizione

Il sistema energetico italiano è entrato in una crisi che non ha precedenti storici in quanto determinata non da una mancanza di fonti di energia, ma da una serie di vincoli che si sono tradotti nella impossibilità di utilizzare i prodotti energetici sia per usi produttivi sia per le attività legate al tempo libero e al turismo. Dopo il primo bimestre di questo difficile 2020, in cui l’impatto sulla domanda di energia del Coronavirus è stato relativamente limitato, nel mese di marzo l’adozione di stringenti misure di contrasto all’epidemia ha portato ad una drastica riduzione dei consumi.

Dal punto di vista settoriale il trasporto passeggeri è stato è stato il più duramente colpito, seguito dal terziario e dalle attività terziarie con particolare riferimento al commercio e al turismo. La riduzione della domanda settoriale si è ripercossa in modo molto diversificato sulle fonti primarie di energia. La richiesta di prodotti petroliferi, da tempo utilizzati prevalentemente dai trasporti, ha subito nel mese appena
trascorso un calo del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per effetto del crollo della domanda di benzina usata per lo più per la movimentazione di persone su strada e di carburante impiegato per il trasporto aereo di passeggeri. Il calo, per quanto “attenuato” dall’entrata in vigore delle misure restrittive della mobilità solo dopo la prima settimana di marzo, evidenzia comunque l’impatto della crisi su un modello di vita che sembrava più che consolidato.

Anche la domanda di gas è stata ridimensionata in due dei principali ambiti di utilizzo: quello termoelettrico con un calo del 17,6 % che ha risentito del calo della richiesta elettrica che è stata soddisfatta in primo luogo dalle fonti rinnovabili, in secondo luogo l’industria con una riduzione del 15,7 % che ben evidenzia il calo di una buona parte delle attività produttive; il settore domestico e terziario ha registrato invece un aumento del 13,1% grazie al supporto dei consumi delle abitazioni, dove tutta la popolazione è stata ristretta, che hanno compensato il calo connesso alla chiusura di uffici e centri commerciali Complessivamente la domanda di gas è calata a marzo del 4,3%, dato che si aggiunge alla discesa del petrolio e dei combustibili solidi.

La richiesta di energia elettrica, per effetto del drastico calo della richiesta industriale e dei prelievi del settore commerciale e degli uffici non compensati dalla maggiore domanda del settore domestico, che ha alimentato anche nuove forme di net- working, è diminuita del 10,2 %.

Per effetto di questi sviluppi drammatici ed inaspettati la domanda complessiva di energia del Paese, secondo le stime dell’Osservatorio Aiee, è quindi scesa nel mese di marzo del 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Questa variazione può essere anche considerata abbastanza indicativa della variazione del Prodotto interno lordo. Il mese di aprile durante il quale le misure restrittive sono state rafforzate vedrà un ulteriore calo della domanda di energia incidendo quindi ancora di più sul totale 2020 che sarà profondamente diverso da quelli degli anni precedenti anche perché l’atteso ritorno alla normalità non sarà una forma di restaurazione dello “status quo ante”, ma l’avvio di un processo di riorganizzazione della produzione e delle relazioni al quale il settore energia è chiamato contribuire nel segno della transizione verso un sistema a basso impatto ambientale.

Fonte: Vittorio D’Ermo e Delia Battistelli – QE