Diagnosi energetiche, obbligo burocratico o opportunità per crescere?

Il processo di efficientamento tra previsioni di legge e libertà di impresa

Il tema del monitoraggio per le diagnosi energetiche che le grandi imprese dovranno presentare per la seconda volta a dicembre 2019, ha avuto recentemente echi su siti di informazione, con tesi volte a sottolineare la presunta contraddizione tra obblighi di legge e libertà di impresa, con un approccio dissonante rispetto alla posizione della maggior parte delle aziende e delle associazioni di categoria direttamente coinvolte (ex art. 8 del d.lgs. 102/2014). I soggetti interessati dalla seconda tornata di diagnosi, sono andati ben oltre il dettato del decreto ed hanno colto lo spirito della direttiva che ne stava alla base: acquisire consapevolezza dei consumi energetici ed indagare sui margini di miglioramento delle loro prestazioni energetiche. Insomma tra obblighi e libertà hanno scelto di impegnarsi nel processo di efficientamento che è nel mezzo e cui sono affidati i risultati migliori.

L’Enea ha promosso e concluso il tema del monitoraggio nel 2017 attraverso numerosi dibattiti, convegni, tavoli tecnici con imprese e le loro associazioni. In premessa sono serviti tutti i chiarimenti del Mise e in particolare, quelli che hanno proposto alle aziende un percorso in cui, per la prima diagnosi, il calcolo dei dati energetici di ciascuna unità funzionale venisse ricavato dai dati disponibili, mentre per le successive sarebbe stata adottata una “strategia di monitoraggio” che, attraverso un’opportuna copertura di sistemi di strumentazione, di controllo e di gestione, conducesse a definire i parametri energetici rilevanti per la diagnosi energetica.
Le Linee guida Enea sono state sviluppate in modo che le informazioni scaturite dalle diagnosi energetiche migliorassero nel tempo, a vantaggio delle imprese e del decisore di policy. Le associazioni di categoria hanno riposto positivamente alle indicazioni di Enea e hanno ben accolto le numerose linee settoriali elaborate per la prossima tornata di diagnosi. In tale contesto sono stati personalizzati e standardizzati metodologie di rendicontazione dei parametri energetici in modo che si potessero ricavare indicazioni utili, come ad esempio gli indici di prestazione energetica settoriali.

Rispetto alle prossime scadenze, Enea si è impegnata tempestivamente e le linee guida per il monitoraggio nell’industria sono state pubblicate nella prima metà del 2017, a seguito della campagna informativa “Dalla stima alla misura”. Occorre segnalare che a partire dalla prima tornata delle diagnosi, oltre agli impegni previsti dal decreto, Enea ha affrontato con decisione l’analisi e la valutazione degli indici di prestazione energetica dei settori coinvolti nel decreto 102. Sono stati esaminati numerosi settori produttivi, non solo nell’ambito industriale, e sono stati definiti i relativi indici di prestazione energetica, lavoro senz’altro facilitato dalla condivisione da parte delle imprese della modellistica di rendicontazione e report delle diagnosi energetiche messa a disposizione da Enea. Giova sottolineare che la compilazione del modello è facoltativa, ma la riconosciuta utilità ha convinto la grande maggioranza delle aziende a compilarlo ed inviarlo ad Enea.

Sinergia, collaborazione, ragionevole certezza per gli operatori sono i risultati di tale lavoro. Inoltre, i risultati del monitoraggio saranno alla base dell’applicazione del Decreto ministeriale del 21 dicembre 2017 – “Agevolazioni alle imprese energivore”, per la quale l’Enea fornirà al Mise i parametri per la definizione dei consumi efficienti, dati che supporteranno il decisore per le misure delle suddette agevolazioni.

Fonte: Quotidiano Energia