Come cambia il fotovoltaico: impianti in affitto, auto-finanziamento e reti private

Dalle offerte chiavi in mano ai servizi più ambiziosi, come il cloud o il bitcoin dell’energia, c’è fermento a livello di offerta residenziale di fotovoltaico, che sfruttando gli incentivi fiscali ancora in vigore per tutto il 2017 (detrazione del 50% Irpef da spalmare in 10 anni) punta a moltiplicare sempre di più il numero di utenti diventati “prosumer”, cioè il produttore-consumatore

Con, all’orizzonte, un obiettivo finale: reti locali “off-grid”, cioè totalmente autonome rispetto al gestore nazionale. Lo spazio per crescere è ampio: in Italia ci sono circa 600mila impianti fotovoltaici domestici, a fronte di più di 6 milioni di abitazioni singole, quelle che meglio si prestano a questo tipo di intervento. Tra le aziende più avanzate in Italia c’è Evolvere, società milanese che ha tagliato il traguardo dei 10mila impianti gestiti in Italia, che ha stretto un originale accordo che pare avere successo. «Il 90% dei clienti che investono sull’impianto si finanzia sfruttando la nostra partnership con Prestiamoci, piattaforma di social lending tra privati che permette di ottenere credito a un interesse intorno al 5%, diversi punti in meno rispetto alla media delle banche o finanziarie», spiega l’amministratore delegato, Gian Maria Debenedetti.

Il risparmio? Installare un impianto da 3 kW costa intorno agli 8 mila euro. Ipotizzando un fabbisogno annuo di 4.000 kWh, si stima che il 38% dell’energia prodotta finisca per alimentare l’abitazione, il resto si possa vendere alla rete. Tra risparmi in bolletta e contributo per l’energia ceduta al Gse, tornano indietro circa 550 euro l’anno, che sommate allo sconto Irpef permettono di ripianare in 6 anni l’investimento e da quel punto iniziare a “guadagnare”. Una centralina domotica, collegata a un app per smartphone, monitora e ottimizza in ogni momento i consumi, permettendo di profilare l’offerta tariffaria migliore a seconda delle fasce orarie di maggiore e minor consumo. In più, i clienti virtuosi vengono premiati. L’azienda ha in corso una trattativa con Amazon: un po’ come avviene con la raccolta punti dei supermercati, il raggiungimento di un determinato “punteggio” di risparmio energetico si potrebbe tradurre in buoni spesa per l’e-commerce.

E su questo business si sono ormai lanciati anche i big dell’energia, che aprono nuovi fronti. Il colosso E.On ha appena concluso l’acquisizione dagli svizzeri di BKW della maggioranza di Cdne (Casa delle nuove Energie), società che conta già 70 filiali in Italia, anche questa attiva nella generazione distribuita da fotovoltaico residenziale.

Ma i tedeschi, per ora in Germania, hanno lanciato due piattaforme rivoluzionarie. La prima è SolarCloud, che consente ai proprietari di un impianto solare di stoccare l’energia in eccedenza non su batterie fisiche di stoccaggio, ma su una sorta di conto elettrico virtuale fornito dal gestore, a cui “attingere” nei momenti di necessità. 33 La seconda è Sunroof, un software online, sviluppato con Google, che sfrutta la geolocalizzazione per suggerire in pochi passaggi il potenziale energetico dell’abitazione e progettare l’impianto più idoneo. Una soluzione tecnica già usata da un altro player di mercato, Engie (ex Gdf Suez), che anche in Italia invia a distanza dei preventivi di massima senza sopralluogo, ma sfruttando appunto la localizzazione del potenziale utente (possibilità attiva in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia). Da Enel a Green Power sono tanti i big del settore a sono entrati nel business dell’offerta fotovoltaica “chiavi in mano”: autorizzazioni burocratiche, progettazione, installazione e gestione delle fornitura di fotovoltaico, tutto compreso insieme a comode app per il controllo in remoto dei consumi e dei livelli produttivi. Però, come detto all’inizio, l’obiettivo sarebbe più ambizioso. Oggi la normativa italiana e di altri Paesi vieta lo scambio di energia tra privati, ma permette solo al consumatore di rivendere l’energia inutilizzata al gestore di rete nazionale.

Ma in estate l’associazione europea del fotovoltaico Spe (SolarPowerEurope) ha sollecitato Bruxelles con un decalogo di richieste, ponendo al primo punto proprio la “rimozione delle barriere che ostacolano gli scambi peer-to-peer dell’elettricità”. Le imprese, in sostanza, vorrebbero creare piccole ma numerose reti completamente indipendenti dal gestore nazionale, autosufficienti grazie alla produzione solare dei singoli membri che potrebbero scambiarsi l’energia. Il vantaggio etico sarebbe quello di essere certi di approvvigionarsi solo da energia pulita. Quello economico, sia per gli utenti sia per le imprese, si tradurrebbe in una totale autonomia tariffaria e di gestione della struttura fisica.

Ecco perché alcune aziende spingono l’acceleratore sulle installazioni, a prescindere da chi le finanzi. Per tornare all’inizio, sui 10mila clienti di Evolvere, solo il 20% ha investito sull’impianto. Gli altri 8.000 hanno concesso il proprio tetto per l’installazione e sono diventati clienti dal punto di vista della gestione e della fornitura, ma la società è proprietaria dei pannelli, e quando la normativa dovesse sbloccarsi dovrebbe solo connettere le reti più vicine geograficamente trovandosi con tante reti già fatte.

Fonte: Adriano Lovera – Il Sole-24 Ore