Berlino e Parigi: “La ripartenza deve essere green”

Iniziativa franco-tedesca per un fondo da 500 mld €: impulso ai settori prioritari energia e digitale, aumento target emissioni al 2030, prezzo minimo della CO2 nell’Ets, carbon -tax alle frontiere, ulteriore sviluppo mercato energetico

“Una ripresa sostenibile che ripristini e rafforzi la crescita economica della Ue”. E’ quanto chiedono Germania e Francia, che hanno presentato un’iniziativa congiunta per la ripartenza post-Coronavirus basata su un fondo da 500 miliardi di euro, che “in linea con le priorità Ue rafforzerà la resilienza, la convergenza e la competitività delle economie europee e aumenterà gli investimenti, in particolare nelle transizioni ecologica e digitale e nella ricerca e innovazione”.

L’iniziativa congiunta, presentata ieri in videoconforenza dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron, prevede che per finanziare il Fondo “la Commissione potrà indebitarsi sui mercati per conto dell’Unione, nel pieno rispetto del trattato Ue, del quadro di bilancio e dei diritti dei Parlamenti nazionali”. Il Fondo, “temporaneo e mirato”, si inscriverà nell’ambito del prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2021-2027 della Ue, ma con gran parte degli stanziamenti concentrati nei primi anni del periodo e destinati ai settori e alle regioni più colpiti dalla crisi Covid-19.

Il Fondo, che si aggiungerà ai piani di rilancio nazionali e alle misure adottate dall’Eurogruppo, dovrà essere però “collegato a un piano di rimborso vincolante” e prevedere un “chiaro impegno degli Stati membri a perseguire politiche economiche virtuose e ambiziosi programmi di riforme”. In pratica, la struttura del Fondo appare come un compromesso per risolvere il contenzioso tra i Paesi Ue che chiedevano finanziamenti (come l’Italia) e quelli che volevano invece aiuti sotto forma di prestiti (come l’Austria). Lo strumento indicato da Francia e Germania è costituito infatti da un prestito, che sarà però sottoscritto a livello Ue dalla Commissione assumendo in sostanza la forma di un eurobond. Gli Stati membri dovranno poi ripagare il prestito nel loro insieme, quindi non sulla base dei fondi ricevuti. L’onere del debito sarà ripartito tra i 27 probabilmente sulla base del contributo nazionale al bilancio Ue, che per l’Italia è pari all’11%.

Secondo indiscrezioni, dallo strumento potrebbero arrivare al nostro Paese circa 100 miliardi di euro. Oltre al Fondo, Berlino e Parigi propongono altre tre misure per la ripartenza. Tra queste “l’accelerazione delle transizioni ecologica e digitale”. In particolare, l’iniziativa riafferma che “il Green deal costituisce la nuova strategia di crescita della Ue e la tabella di marcia per un’economia prospera e resiliente sulla strada della neutralità climatica al 2050”. A questo scopo, “dovranno essere aumentati gli obiettivi Ue in materia di riduzione delle emissioni al 2030 in modo coordinato con una serie di misure efficaci per evitare la carbon leakage”. Inoltre, Francia e Germania appoggiano “la proposta annunciata dalla Commissione di un meccanismo per adeguare le emissioni di CO2 alle frontiere” e la revisione delle norme sugli aiuti di Stato “alla luce di una politica climatica più ambiziosa e del rischio di rilocalizzazione delle emissioni di CO2”.

Chiesta anche l’introduzione di “un prezzo minimo della CO2 nel sistema Ets”, che dovrà “includere tutti i settori”. Infine, dovrà essere messa a punto “una tabella di marcia per ciascun settore per una ripresa ecologica che includa, ove necessario, obiettivi e/o condizioni in termini di clima e ambiente”. Una terza misura dell’iniziativa è “l’aumento della resilienza economica e industriale e della sovranità della Ue”. In questo ambito, i mercati dovranno essere “liberi a aperti”, ma “rafforzando i meccanismi anti-sovvenzioni nei confronti dei Paesi terzi” e “rafforzando i controlli sugli investimenti a livello nazionale ed europeo per gli investitori non europei in settori strategici”.

Si dovrà altresì accelerare il ritorno a “un mercato unico pienamente funzionante e ulteriormente sviluppato attraverso una nuova tabella di marcia per i settori prioritari, in particolare digitale ed energia”. La quarta e ultima misura è “il rafforzamento della sovranità sanitaria attraverso una strategia Ue”. La presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, ha salutato positivamente “le costruttive proposte di Francia e Germania, che vanno nella direzione delle misure su cui sta lavorando la Commissione”.
Il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, ha definito invece l’iniziativa franco-tedesca “una base per i negoziati”, che “sostiene punti strategici a cui stiamo lavorando da mesi, come il Green deal e il Recovery Fund, oltre a prevedere un forte sostegno all’industria e alla sanità europea”. Tutavia, ha aggiunto Amendola, “bisogna continuare a lavorare per soluzioni innovative” e “andare avanti con negoziati più ambiziosi in vista della proposta della Commissione il prossimo 27 maggio”.

Ha parlato di “positivo punto di partenza positivo” anche il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, che a chiesto però di “metterci ora al lavoro per raggiungere l’obiettivo ambizioso indicato dal Parlamento europeo”, che ha in una risoluzione approvata venerdì ha chiesto un fondo da 2.000 miliardi di euro.

Fonte: Quotidiano Energia